20 febbraio 2009

Vigilius World Tour: tappa 03, ciao Italia!

La tappa odierna sarà l'ultima in Italia per un bel po' visto che devo fare il giro del mondo. A Salerno mi è successa una cosa strana: stavo facendo il rifornimento al Mooney quando l'addetto mi chiede del timone ed io gli rispondo che stavo facendo il giro del mondo in solitaria e gli esprimevo i miei dubbi circa la lentezza del velivolo e quindi lo pregavo di mettere la quantità da me indicata e non di riempire i serbatoi sino all'orlo in modo da alleggerire l'aereo e guadagnare quelle 3-4 miglia all'ora in più. Al che il tipo mi fa: "Ah dotto', conosco l'uomo che fa per lei!" Cioé? Dopo un po' mi presenta un suo amico meccanico che dice di essere stato a lavorare in America per un sacco di tempo e di conoscere tutti i trucchi possibili e immaginabili sui motori (il solito emigrante, penso io); dà un'occhiata al motore del mio Mooney e mi fa:"Dottò (ma siamo tutti dottori per i napoletani? Questa è un mio ricordo nitido di quando sono stato realmente a Napoli!), qualcosa si può fare se mi lascia una mattinata di tempo". Antonio l'ho salutato ieri sera con una pizza principesca, fretta non ne ho e quindi rispondo affermativamente: che si prenda pure la mattina. Alle 13 torno allo scalo e mi fa: "Poco tempo a disposizione, ma se le può bastare ho truccato un po' il motore per avere una cinquantina di cavalli in più; saranno circa 10-20 mph di velocità in più, poco, ma meglio di niente, no?" Sono alquanto scettico e gli chiedo come ha fatto, risposta: "Eh, eh, segreto!" Ribadisco le mie richieste sul come abbia fatto, ma lui non parla, dice che ha toccato la carburazione e... segreti del mestiere. "Ma potrò stare sicuro?" faccio io; "Dottò, sicurissimo sta, basta che non guardi troppo alcuni strumenti che saranno fuori scala e dia retta al motore ascoltandolo. Magari la pressione starà un po' alta, ma non si preoccupi: ascolti il motore, se gira bene non c'è problema". Sarà, ma mi fido poco; per sicurezza mi faccio dare il suo numero di cellulare casomai mi trovassi nei guai. Sul pagamento di questo 'servizietto' si dimostra molto gentile: "Nulla, nulla, lo consideri un regalo per il suo viaggio". Sempre molto generosi i napoletani. Alla fine, poco dopo le 14, parto per la tappa che mi vedrà cambiare nazione europea; ecco il tragitto.Chi mi conosce avrà già intuito che la tratta non è il massimo del rigore logico, ma ogni tanto ne approfitto per andare a vedere luoghi che risvegliano la mia immaginazione o i miei ricordi. Lascio Salerno e mi appresto a risuperare gli Appennini meridionali, questa volta molto più bassi, in una giornata abbastanza nuvolosa anche se solo a tratti. Osservo attentamente la mia velocità in quota e devo dire che ho guadagnato veramente qualcosa in velocità: sto circa una tacca e mezza sopra il verde dell'indicatore di velocità, nella zona gialla. Lo strumento della pressione è a fondo scala, ma il rumore del motore è del tutto regolare: diavolo di un meccanico, che avrà fatto? Molto guardingo sto con le orecchie tese pronto ad avvertire la minima stranezza; intanto raggiungo Potenza, assolutamente irriconoscibile in FSX. Viaggiare a sui 170-180 nodi rispetto ai 150-160 di prima è veramente tutta un'altra cosa, ora il Mooney mi ricorda tanto il mio amato SF-260 che mi ha portato prima a Capo Nord e poi mi ha fatto fare la traversata della Route 66 (ambedue riportate nel mio blog). La foschia e il meteo a tratti nuvoloso ritardano la vista dello Ionio che alla fine scorgo in lontananza nella zona del Metaponto: favolosa! Per me lo Ionio è il mare più bello dell'Italia, non che gli altri siano brutti, anzi, ma questo ha qualcosa di esotico, africano. Passo anche nei pressi di Matera, ma dei famosi 'sassi' non c'è traccia; forse è pretendere un po' troppo. Proseguo per raggiungere il VOR di Lecce e mi trovo a sorvolare la città di Taranto, la "città dei due mari": questa mi sembra resa proprio bene con la sua forma caratteristica.

Ricordo che Taranto fu attaccata dagli inglesi nel secondo conflitto mondiale con una tattica nuova e spregiudicata che fu studiata nei minimi dettagli dall'ammiraglio giapponese Yamamoto che la replicò fedelmente nell'attacco a Pearl Harbour. Infatti le città di Taranto e Pearl Harbour nelle Hawaii hanno una struttura molto simile con il loro mare interno; confrontate le due immagini e vedrete le similitudini: la prima è Taranto, vedrete così che FSX la rende molto bene, la seconda è Pearl Harbour.
Ma torniamo al mio viaggio; il mare interno di Taranto sembra essere proprio stupendo, FSX qui non mi delude per niente. Passo il VOR di Lecce e giungo al momento topico di questo post: sto lasciando l'Italia. Sorvolo Otranto e la sua punta e mi appresto ad abbandonare il mio amato paese: sigh! Quasi fosse un segno del destino lasciare l'Italia e il suo mare vuol dire entrare in una perturbazione nuvolosa poco rassicurante. Immerso nelle nuvole con lo sguardo fisso sull'orizzonte artificiale, per essere sicuro di non perdere l'orientamento, e l'ausilio di tutto ciò che la tecnologia del mio Mooney può offrirmi, solo ora mi ricordo nuovamente del 'lavoretto' fatto al mio motore e tendo l'orecchio; tutto ok, per fortuna. Certo che se il motore mi piantasse proprio qui sarei nei guai mica da scherzi! Considerando che devo come minimo attraversare il Pacifico... va beh, ci penserò quando sarà il momento. Immerso nelle nuvole cerco disperatamente un pezzo di terra; alla fine avvisto un pezzetto della costa greca: ci siamo, l'avventura continua e non sono più in Italia.

4 Comments:

Luk@ said...

Ribadisco, foto stupende!

Maury said...

Tutto molto intrigante sia le foto che il racconto...ma daltronde come sempre....e poi quella del meccanicoooo!!!ciao e buona Domenica ..Maury

Anonimo said...

jiyujool,n

Anonimo said...

grandioso!!!
anch' io sono appassionato di aerei ed FSX, e devo proprio dire... che sia le foto che il testo sono fantastici!!!!

 

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