28 febbraio 2009

Vigilius World Tour: tappa 05, Egitto!

Come avevo pronosticato nel post precedente trovare il carburante in Libia è stato un vero e proprio gioco da ragazzi, non così trovare l'adesivo con la bandiera del paese da mettere sul velivolo. Alla fine dopo lunghe ed estenuanti trattative e telefonate ad amici vari dei pochi addetti presenti all'aeroporto sono riuscito ad avere l'oggetto del desiderio; sono rimasto pure deluso, la Libia è l'unico paese al mondo ad avere una bandiera monocolore, verde, sembra quasi quella della Lega! Comunque c'è poco da fare: o quella, o quella e quindi me ne riparto dalla Libia con la mia nuova insegna sulla carlinga e mi dirigo decisamente verso est, verso l'Egitto.
Arrivo in Egitto in pochissimo tempo seguendo la rotta più breve, una bella linea retta, che all'inizio mi permette di sorvolare il deserto insolitamente, almeno per quello che mi aspettavo, in mezzo alle nuvole. Il panorama è... ma è un panorama? Sabbia, sabbia e nuvole: decisamente monotono, ma almeno è da quando ho lasciato Creta che il vento mi lascia tranquillo. Dal momento che sto seguendo una linea retta, come già detto, mi trovo anche ad attraversare un tratto di mare, giusto per spezzare la monotonia; le nuvole sono sempre tantissime ed io che mi credevo di trovare il sereno totale. Alla fine giungo al waypoint che mi permetterà di continuare il viaggio semplicemente seguendo la costa egiziana che per FSX è veramente un po' troppo dritta per i miei gusti. Niente UTX? Ahi, ahi, ahi, ahi... niente spiagge o migliorie grafiche, solo una linea secca che separa la terra dal mare e qui sotto vedete una delle meno diritte! Il viaggio prosegue in modo abbastanza noioso e mi devo sorbire quasi un'ora di deserto e zone brulle sino a quando giungo ad un centro abitato degno di questo nome: Mersa Matruh. Zona balneare decisamente pittoresca, ma ancora a ben 240 km. da Alessandria d'Egitto che non è neanche la fine della mia tappa; mi sa che l'ho fatta un po' troppo lunga questa tratta. Di buono c'è che da questo punto in poi le nuvole spariscono quasi del tutto come d'incanto. Arrivo quindi nei pressi di una località che volevo assolutamente vedere, anche se virtualmente, per degnamente ricordare alcuni italiani caduti in combattimento.

L'immagine è molto bella anche se a voi dirrà poco; sullo sfondo all'orizzone già si intravede il delta del Nilo e il verde che accompagna questa zona, ma proprio davanti a me in quell'ansa di deserto scavata in mezzo alla zona scura dove si vede passare anche una strada c'è il nulla per FSX, ma un triste ricordo per noi italiani. Proprio in quella zona c'è El Alamein; nel sacrario che vedete sotto ci sono le spoglie di 5200 italiani uccisi nel 1942 durante due epiche battaglie nella Seconda Guerra Mondiale. Permettetemi un ricordo commosso di questi miei connazionali meno fortunati di me che sto qui a gingillarmi con questo giochino mentre loro erano a morire per volontà sconsiderata di un regime poco lungimirante. Essere così lontano dall'Italia e trovare così tanti morti italiani fa veramente impressione (e per fortuna non sono passato in Russia sul Don altrimenti...); ma noi abbiamo la memoria corta. Mi ricordo che dovetti andare in vacanza ad Ischia in vacanza per ben due volte per riuscire a partecipare alla gita a Montecassino e ci andai in quella organizzata dai tedeschi perché loro vanno sì a ricordare i loro morti (ho visto una collina intera piena di croci di giovani tedeschi morti), gli italiani vanno a Capri o in discoteca. Sigh! Il più grande riconoscimento al valore di questi poveri ragazzi alla fine l'ha dato proprio un tedesco: Rommel, la 'volpe del deserto'. Triste continuo il mio viaggio nel silenzio più assoluto rotto solo dal rumore del mio fido Mooney. Arrivo alla fine sul delta del Nilo dove il deserto lascia spazio ad un verde intensissimo; sullo sfondo in riva al mare si vede già Alessandria d'Egitto. Sono veramente provato da questa lunghissima tappa e, vedendo un piccolo scalo sotto di me, decido di atterrare per fare quattro passi e mangiare qualcosa; tra una cosa e l'altra sono quasi 3 ore che sto seduto in questo abitacolo. Appena mi sono riposato un po' riprendo per la meta di questa mia tappa: il Cairo. Non vedo l'ora di rivedere le Piramidi!

27 febbraio 2009

Vigilius World Tour: tappa 05, Africa!

Ad Iraklio rimango solo una mezza giornata in quanto la città la conosco benino essendoci stato due volte; rimangono sempre interessanti i resti lasciati dai veneziani (non a caso il nome della città è anche Candia) ed anche lo stupore di trovare la fontana che porta il mio nome, anzi cognome (anche se nel link dell'immagine è sbagliato).Naturalmente so di avere un cognome veneto, pure la scuola navale a Venezia si chiama così, ma fa sempre una certa impressione ritrovarlo su un monumeto e su una piazza; a dire il vero quando ci andai nel 1984 era molto più visibile, ora la piazza mi pare più piccola e talmente piena zeppa di negozi da scoppiare. Parto al mattino presto sotto una leggera pioggia in modo che lasciare Creta non sarà un grosso rimpianto. Non lascerò solo Creta, ma anche l'Europa perché ho deciso, alla fine, di procedere verso sud ed arrivare in Africa. Avrei avuto anche l'opzione di proseguire verso est sorvolando il Dodeccaneso, la Turchia, Libano, Israele, ecc., ma alla fine ho deciso di arrivare diretto in Africa. Certo sarà una tappa molto lunga e noiosa, ho un tratto di solo mare, ma così ho guadagnato una tappa intera sulle mie previsioni, tappa che potrò utilizzare per visitare qualche altro posto. Alla fine ecco la mia pianificazione. Attraverso l'ultimo lembo dell'isola di Creta e saluto l'Europa; passerà molto, ma molto tempo prima che la riveda. Adesso mi aspetta un lunghissimo tratto di mare in cui non c'è nulla da fare e nulla da guardare. Per quasi un'ora e mezza questo è stato tutto quello che ho visto: mare e nuvole. Per fortuna hanno inventato il pilota automatico ed io lo uso senza alcuna vergogna: lo inserisco e inizio a leggermi un bel libro dando ogni tanto un'occhiata agli strumenti e di fronte a me casomai avvistassi la costa africana. Sapendo di dover affrontare lunghe tratte noiose, nel mio borsone mi sono portato un certo numero di testi, accuratamente scelti, che volevo rileggere; prendo il primo a caso e scopro essere uno dei miei preferiti: "I pensieri" di Blaise Pascal. Scelta casuale, ma quanto mai appropriata vista l'immensità che mi circonda e la fragilità del mio mezzo: se avessi un guasto qui non potrei che fare un bel tuffo in mare e buonanotte a tutti. Vado subito a cercare la sua famosissima frase che sembra scritta apposta per la mia situazione:

“L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. E’ in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale”.

Ma mentre la cerco ne trovo un'altra quasi superiore a quella:

"L’uomo è grande poiché si riconosce miserabile. Un albero non si riconosce miserabile. Si è quindi miserabili perché ci si riconosce miserabili: ma è essere grandi riconoscere che si è miserabili".

Grandissimo Pascal, quanto avremmo bisogno ancora di te oggigiorno! E così immerso in queste letture riesco a distrarmi un po' ed alla fine eccola: l'Africa!

Sì, avete ragione, si vede poco, ma la foschia è tanta e quindi questo è tutto quello che vedo. Arrivato vicino alla costa noto subito due cose: la prima è che non avendo per l'Africa nessun addon tipo UTX le coste sembrano disegnate con il righello, insomma fanno proprio un po' schifo; secondo che sto sorvolando la città di Tobruk in Libia. Questa cittadina è famosa nella storia della Seconda Guerra Mondiale per un assedio che durò oltre 8 mesi a cui partecipò Rommel, la 'volpe del deserto'. Anche se fu poi presa nel 1942, questo primo assedio rappresentò la prima sconfitta della Wehrmacht nel secondo conflitto mondiale. Ma ecco l'immagine promessa di Tobruck.Mi sa che a questa 'semplicità' di rappresentazione dovrò abituarmi visto che in Africa non esistono addons specifici per questo continente. Dò un'occhiata al carburante e scopro che ne ho già consumato quasi metà, visto che sono solo ad 1/3 del tragitto mi metto subito a cercare uno scalo per fare rifornimento. Sono fortunato, poco dopo la città ce n'è uno in pieno deserto. Potrei aspettare ed andare un po' più avanti, ma decido di atterrare qua così posso cercare la bandiera della Libia ed aggiungerla sulla mia fusoliera: metterò solo le bandierine dei paesi nei quali sono atterrato. Lo scalo presenta 3 piste disposte a triangolo, per il resto non c'è nulla! Di sicuro trovare il carburante in Libia non sarà un grosso problema, mal che vada farò un buco per terra e vedrò zampillare il petrolio.

26 febbraio 2009

Vigilius World Tour: tappa 04, Creta

Più o meno ero rimasto qua, alle mie spalle si vede ancora l'Argolide con il suo golfo, ma proseguiamo. Passo lo scalo di Tripolis, niente a che vedere con la Libia, una città che si trova nella regione dell'Arcadia. Ad un certo punto sorvolo un piccolissimo scalo che porta il nome di Sparti; ebbene sì, è proprio Sparta.
Dell'antica città e dei suoi fasti non rimane più nulla, non mi resta quindi che proseguire per l'isola di Kythira (che insieme a Cipro si contende i natali della dea Venere, mica robetta!); vi risparmio l'immagine dell'isola perché non dice proprio nulla. Prima del grande balzo verso Creta dò però un'occhiata alla mia destra per ammirare le ultime coste del Peloponneso. Controllatina al carburante... ok, ne ho ancora metà, ce la dovrei fare tranquillamente. Il tratto di mare è lungo, ma non noioso dal momento che il meteo mi ha permesso di individuare l'isola di Creta immediatamente; mi avvicino ancora un po' prima di uno scatto: il meteo è nuvoloso, ma soprattutto ci sono delle raffiche di vento fortissime. Il mare di Creta è favoloso; ci sono stato due volte: la prima nel 1984 con la mia famiglia in quel viaggio di cui ho già parlato, la seconda nel 2005 con mia moglie. Comunque sempre un gran bel mare. Raggungo lo scalo di Chania, famoso per il suo porto veneziano, da me realmente visitata nel 2005. Non ci credete? Ecco la prova: immagine del porto con tanto di arsenale in primo piano. Ah già, ma questo è un viaggio virtuale: eccomi a Chania, ma dal cielo sull'aeroporto della cittadina che realmente è un po' spostato rispetto alla mia foto reale. Non chiedetemi il perché del colore, è venuta così, probabilmente un qualche riflesso del sole con le nuvole ed una particolare angolazione. Proseguendo verso la capitale di Creta, Iraklio o Candia, non posso non passare per il Monte Ida, il luogo dove Zeus portava le sue amanti quando faceva le sue scappatelle dall'Olimpo: eccolo qui sotto! Tutta questa costa la conosco bene perché l'ho visitata appunto nel 2005 dove per 15 giorni mi sono goduto le vacanze più 'costose' della mia vita dovute al fatto che quell'anno ebbi ben tre classi da seguire all'Esame di Stato. Fu proprio per questo che finì in un hotel particolarissimo, c'era pure lo zoo dentro con alcuni animali che giravano liberamente per la zona, nella località di Agia Pelagia. Per me un gran bel posto. Lo so, visto così non dice molto, ma dal vero è meglio. Non male vero? Il complesso in cui sono stato è quello che occupa tutto il promontorio e devo dire che la posizione della nostra camera era ottimale: io e mia moglie potevamo scegliere in quale spiaggia andare, noi scegliamo sempre quelle piccole e poco sabbiose, o in quale piscina fare il bagno. Qui sotto vedete l'ubicazione della camera e la spiaggetta da noi preferita. Detto così sembro un nababbo invece fu solo una fortunata congiuntura lavorativa che mi permise di fare queste vacanze un po' 'costose'. Nel 2007 infatti niente vacanze, l'anno scorso solo 7 giorni con un last minute e quest'anno... si vedrà, ma le prospettive sono poco favorevoli. Comunque per chi ha voglia o pazienza di confrontare le immagini reali con quelle di FSX vedrà che la zona è comunque riconoscibile, almeno io l'ho riconosciuta abbastanza facilmente. Giunto ad Iraklio vengo indirizzato sulla pista 09 e qui mi becco di quelle 'palate' di vento che prendere la pista non è stato per nulla facile (ricordo l'atterraggio vero sullo stesso scalo nel 2005 ed ho ancora gli incubi per le botte che il vento laterale dava alla carlinga dell'aereo: mannaggia agli Airbus!) Mi dirigo al parcheggio con un grande dilemma in testa: come proseguire ora? Andare ad est oppure a sud? Vedremo.

23 febbraio 2009

Vigilius World Tour: tappa 04, sulle orme di Omero!

Ed eccomi in partenza da Patrasso! Notato nulla? Se guardate bene sulla fusoliera vedrete che ho aggiunto una bandierina della Grecia; l'idea me l'ha data uno degli operatori dello scalo che, saputo del giro del mondo, mi ha regalato la bandierina autoadesiva in modo da ricordare che ero passato da lì. L'idea mi è piaciuta e sono sicuro che a Merida72 non dispiacerà troppo se 'rovino' un po' la sua linda livrea che tanto,prima o poi, si sporcherà. Certo FabioPa, mi ricordo dell'Odissea con le introduzioni del grande Giuseppe Ungaretti, quella era la RAI, non quella schifezza di oggi. L'incredibile è che era il 1968 e avevo solo 8 anni eppure me lo ricordo come se fosse oggi; altri tempi e, forse, altri bambini. L'avevo già in mente, ma visto che ne abbiamo parlato la tappa di oggi sarà vagamente 'omerica'; tranquilli, appena lascio l'Europa la mia ignoranza abissale verrà a galla e quindi non vi romperò più con le mie elucubrazioni mentali. Ecco la rotta stimata: un misto di radioassistenze e luoghi storici. Partire sono già partito, sto seguendo la stessa strada che feci nel 1984 in quella vacanza di cui ho già parlato: arrivato con il traghetto partito da Ancona a Patrasso, mi diressi e mi dirigo a Corinto: voglio vedere se in FSX c'è il famoso canale. Mi ricordavo quel tratto di strada, la mia prima volta in Grecia, come una continua antitesi di mare e zone interne brulle; le ho ritrovate anche in questo viaggio virtuale. Sono sincero: alle volte subisco più il fascino di queste zone che di quelle marine. Comunque nella prossima immagine c'è un compendio della Grecia: cime montuose con spruzzatina di neve e baie marine fantastiche sullo sfondo. Alla fine arrivo a Corinto e il canale, la cui costruzione fu iniziata addirittura da Nerone, c'è: bravo FSX e UTX! Ok, visto dal vero fa più impressione ed io ho una foto (a dire il vero le ha mio fratello o mio padre, non ricordo più bene) presa da questo stesso punto di vista con ancora una macchina a pellicola (ricordo che era il 1984), una vecchia Laica russa con scritta in cirillico (chissà mai perché mio padre prese una macchina del genere, ma l'ha sempre avuta). FSX rappresenta bene anche i due ponti; confesso che non ricordo su quale dei due fossi. Proseguendo giungo alla famosa isola di Egina, concorrente di Atene nell'antichità dove, tra l'altro, fu venduto come schiavo un personaggino del calibro di Platone (aveva avuto a che ridire con Dionigi I, tiranno di Siracusa). Raggiunta Egina faccio una deviazione poco logica rispetto alla meta finale, ma voglio andare a vedere un paio di luoghi di quella famosa vacanza del 1984; no, non Atene, troppo inflazionata, ma un posto mitico dove si trova la tomba di Agamennone. Sto parlando dei resti di Micene. Ho un ricordo vivissimo di quella giornata: caldo soffocante ed opprimente, mio padre che lascia mia madre e noi tre fratelli ai piedi di una collina di sassi da scalare alle 13 passate. L'ora è assolutamente da folli, ma in compenso siamo soli perché i turisti sono quasi tutti a mangiare. Lo so che non ci crederete, ma il sottoscritto è passato sotto quella porta la cui foto è su tutti i libri di storia: la porta dei leoni. Lo ricordo come se fosse oggi: il suono delle cicale, un sole assurdo senza un pelo d'omra e quelle mura ciclopiche da attraversare passando per la storica porta... Lo so, sono di parte, visti i miei studi e il mio lavoro, ma come si fa a rimanere indifferenti? Quello che mi stupisce e mi intristisce sempre di più è come i ragazzi di oggi che hanno centinaia di possibilità in più della mia generazione non sappiano apprezzare quasi nulla di questa loro fortuna. Se vanno a Parigi ricordano Disneyland e, al massimo, la torre Eiffel; se vanno in Egitto ricordano Sharm e quando mi fanno vedere le foto della gita scolastica vedo solo loro fare smorfie o le camere di albergo: dove sono stati no. Ho una classe che è stata a Praga (mi manca ancora questa città) e non ho visto una foto della città: ma come fanno? Io mi ritengo fortunato perché grazie ai miei genitori ho avuto la possibilità di vedere dei luoghi veramente carichi di storia; mia moglie, per fortuna, è un po' come me: sì al mare, ma poi si gira a vedere il luogo. Torniamo a Micene: c'è in FSX? Sono un illuso, non c'è; meglio, c'è se guardo con l'immaginazione e non con gli occhi. Piò o meno il luogo lo ricordo così: la collina c'è, ma mi pare troppo alta, dei resti non c'è traccia a meno che, con molta fantasia, intendiamo quella macchia più chiara quasi in cima alla collina. Sotto c'è la strada dove poi abbiamo mangiato; mangiato? Ok, un eufemismo, a parte lo yogurt e la feta non è che in Grecia si mangi bene. Ricordo ancora tutto, anche cosa mangiai, ma lascio perdere perché altrimenti esagero. Dopo Micene cercammo una spiaggia per fare il bagno; seguimmo un fiume ed arrivammo ad una spiaggia totalmente deserta anche se era agosto. Allora non lo sapevo, ora, grazie a FSX, sì: eravamo in Argolide nei pressi della vecchia città di Argo. Era pomeriggio sul tardi e il mare era talmente calmo da non fare onde; l'assoluta mancanza di bagnanti rendeva il tutto irreale. Alla fine nessuno fece il bagno, ci sembrava di rovinare un'atmosfera magica; rimanemmo a guardare un po' il mare con il sole al tramonto e poi tornammo ad Atene da cui il giorno dopo saremmo partiti per Creta. Creta, la meta anche di questa mia tappa.

21 febbraio 2009

Vigilius World Tour: tappa 03, Grecia!

Eravamo rimasti con il sottoscritto in mezzo all'Adriatico alla ricerca delle coste greche ed alla fine qualcosa ero anche riuscito a scorgere. Il meteo, ricordo rigorosamente reale, è alquanto perturbato e nuvoloso, ma tra gli squarci delle nuvole riesco finalmente a vedere le isole che preannunciano la costa greca ed è uno spettacolo veramente notevole.Arrivo così all'isola di Kerkira di fronte alle coste dell'Albania, scopro anche che Kerkira non è altro che l'isola di Corfù, ma chi ha tempo di disquisire sui nomi con uno spettacolo simile? Tra l'altro le nuvole sono quelle di FEX, ma neppure quelle ad alta definizione, sono quelle normali e per adesso io mi tengo queste che mi paiono non sfigurare affatto. Continuamente entro ed esco dalle nuvole ed ogni volta che ciò accade scopro scorci sempre bellissimi e decine e decine di isolotti. Ma io ne voglio trovare uno in particolare, cosa resa difficilissima dal meteo che alle volte non mi lascia vedere proprio nulla. Alla fine riesco a scorgerla in un buco tra le nuvole: Itaca! Se non sapete nulla di Itaca siete messi veramente moooolto male: è l'isola di ULISSE! Comunque quello che vedete è il massimo che sono riuscito a vedere di Itaca in quanto sono ripiombato immediatamente nelle nuvole. Dopo un po' finalmente il meteo si apre e scopro di sorvolare un isola ben più grande e, purtroppo, altrettanto nota a noi italiani: Cefalonia. In quell'isola dopo l'8 settembre 1943 i tedeschi, di solito secondi solo a noi per meriti e capacità culturali, si resero protagonisti di una delle pagine più vergognose della loro storia; sto parlando del famosissimo eccidio di Cefalonia, se non lo conoscete andate a leggervi almeno la pagina della wikipedia che ho linkato, tutti quei morti italiani (più di 5000) meritano almeno di essere ricordati. E qui chiudo altrimenti vado come minimo in depressione... Sulla virata del VOR di Cefalonia, quella dell'immagine sopra, si accendono due preoccupanti spie nel mio Mooney: ahia! Vuoi vedere che il meccanico conosciuto a Salerno ha fatto il guaio? Direttamente no, ma indirettamente sì: sono in riserva! E pensare che il piano di volo consigliava 33 galloni ed io ne ho messi quasi 60; la modifica al motore lo fa andare più forte, ma quanto beve!!!!! Ora non resta che pregare che la riserva mi basti per le prossime 50 mn. L'isola dopo Cefalonia sulla quale devo virare è Zante, vi dice qualcosa? A parte che è splendida forse voi la ricordate meglio con il nome di Zacinto; ancora non vi ricorda nulla? Ok, vi aiuto io.
Bravi, si tratta del sonetto 'A Zacinto' di Ugo Foscolo che proprio a Zante nacque nel 1778; lo ammetto, sono passato da qui apposta, ma ne valeva la pena. Tra l'altro forse voi non ci crederete, ma l'inizio del sonetto lo ricordavo ancora a memoria e l'ho studiato l'ultima volta per quello che si chiamava Esame di maturità (ora si chiama esame di Stato) anni e anni fa. Torniamo al mio Mooney in riserva sparata (guardate le spie sotto se non ci credete); alla fine trovo lo scalo di Patrasso e mi getto letteralmente sulla pista sperando di non rimanere a secco sul più bello. Appena tocco terra sano e salvo mi reco nel punto dello scalo di cui ho più bisogno: eccolo! Ok, ma quanta ne metto? Sentendomi alquanto scemo, vado a parcheggiare; penserò al rifornimento quando avrò deciso la prossima tappa, certamente calcolare il carburante necessario con la modifica fatta a Salerno non sarà cosa facile.

 

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