30 luglio 2008

Ancora F-16

Alla Aerosoft hanno iniziato a stringere i tempi sullo sviluppo di questo progetto e vogliono finire in un mese. Progressi se ne fanno, specialmente il nuovo HUD è spettacolare; non ci credete? Date un'occhiata a questo filmato ed anche a questo circuito. Certo il TrackIR fa la sua parte, ma rimane comunque un'ottimo modo di cercare di far fare alla simulazine un passettino verso la realtà (almeno visiva). Io rimango ancora convinto che meglio del VC dell'F-18 contenuto nell'Acceleration Pack (opera dell'italianissimo FSDreamTeam) sia impossibile fare, ma ci siamo quasi.
Io, invece, più che immagini, che alla fine si assomigliano un po' tutte, non resisto a non farle vedere,ma denotano comunque l'ottimo livello di dettaglio del modello.
Eccomi allora al tramonto in Olanda con un Viper giustamente olandese; come sapete amo le immagini al tramonto dove FSX dà forse il meglio di sé dal punto di vista grafico.
Nel frattempo sono ritornato a Trieste concludendo così il mio tuor SISA, ma ve lo racconto la prossima volta.

25 luglio 2008

La storia siamo noi!

Oggi niente immagini e non si vola, perchè? Perché voglio esprimere un grosso ringraziamento a Marco "Hummel", Alberto "Asto" e quelli che hanno risposto al mio post precedente per i loro graditissimi commenti . Naturalmente condivido tutto quello da loro detto, ma vorrei fare qualche piccola precisazione in quanto, insegnando io storia e filosofia nelle scuole (liceo classico, scientifico e linguistico), mi sento un po' tirato in ballo dal discorso.
Per prima cosa vorrei dirvi che storia si insegna ancora nelle scuole (almeno nelle mie, ma sono 'paritarie' quindi ho una visione non completa della situazione) e si insegna anche di brutto nonostante le enormi difficoltà che mi trovo ad incontrare ogni anno. Difficoltà di vario tipo: la prima sono i ragazzi. Intendiamo, non sono così 'cattivi' come li dipingono, ma sono lo specchio fedele degli adulti che hanno alle spalle e purtroppo gli adulti non stanno dando il meglio di sé in questo periodo storico. Si vive in un eterno presente dove tutto è 'hic et nunc', 'qui ed ora', il passato? Passato, quindi non interessa esattamente come il futuro. Diciamocelo: per acquisire una sensibilità storica bisogna averne un po' di annetti alle spalle, i ragazzi non ne hanno e quindi hanno maggiori difficoltà a 'sentire' l'importanza dell'esperienza e del tempo che passa. Ben più grave e quando non ce l'hanno gli adulti; esempio? Ogni anno si presenta il problema della gita di quinta: i ragazzi arrivano con le loro proposte che poi devono essere vagliate dal Consiglio di Classe (ricordo che la gita DEVE avere finalità educative e venire dall'esigenza dei docenti, certo se si può andare incontro ai desideri dei rgazzi tanto meglio). Ormai la gita in Italia non è più presa in considerazione: troppo vicino. La puoi proporre, ma non viene nessuno. Ma non viene nessuno anche se proponi mete estere gettonate perché i ragazzi di oggi a 18 anni sono già stati dappertutto. (Apro una parentesi: mia moglie non ha mai visto Roma e vive nel desiderio di vederla ed io di portarla, non abbiamo i soldi. Roma, per i ragazzi, va bene come gita solo per far casino, ma non è una vera gita. Chiudo questa parentesi.) Io non metto più becco in queste cose: vadano dove vogliono che poi un aggancio storico-filosofico io lo troverò sempre. Quest'anno una classe ha proposto Praga e mi può stare bene. Che i ragazzi poi mi facciano vedere l'elenco di tutti i pub e discoteche della città che vogliono andare a vedere ci può stare, ma che i genitori, alla mia proposta: "Per il programma di storia non sarebbe male andare a fare un giro ad Auschwitz che è lì vicino", ripondano: "No, è triste, i ragazzi vogliono divertirsi", questo mi va meno bene. Mi tocca far silenzio, loro pagano, anche se la mia faccia dev'essere stata abbastanza eloquente. Non crediate che sia solo una questione italiana. Due anno fà ci fu lo scambio tra la nostra scuola ed una polacca; i polacchi chiesero espressamente, pretesero, di passare un'intera giornata ,in una settimana, all'Oriocenter. No comment! Questa è l'immagine che diamo noi dell'Italia; alla fine furono più soddisfatti di quello che della gita a Venezia. Di nuovo: NO COMMENT!
Siamo così giunti alla seconda difficoltà; i genitori. Ormai la scuola è diventata un 'parcheggio' dove mettere i figli mentre loro lavorano. Potrei raccontarne di cotte e di crude sull'argomento. Mi limito ad una: mamma si lamenta con il Preside del mio orario di ricevimento: "Non si può mettere la prima ora del sabato! (per la cronaca dalle 8.00 alle 8.50) A quell'ora io dormo ancora!" Altro, no comment! Io non ho un ricordo di mia madre, ormai morta da quasi 25 anni, a letto; anche quando facevo l'Università a qualsiasi ora io mi alzassi per andare a Milano (ero pendolare, altra rarità) lei era già in piedi e la colazione pronta. Altri tempi e altre madri.
Terza difficoltà: la scuola. Ma come? Certo. Conoscete voi un'altra istituzione dove si cambiano le regole del gioco a partita in corso? Nella scuola questo è capitato due volte negli ultimi due anni. E vogliamo parlare dell'Esame di Stato (prima o poi anche i giornali impareranno che l'esame di maturità non c'è più da una decina d'anni)? Che ti fai il mazzo per insegnare qualcosa di decente e poi arriva qualcuno, anche preparato, che limita l'interrogazione di storia al chiederti una datina e 'dove fosse fisicamente il re nei mesi precedenti all'armistizio'? ma dai! Hai voglia di fare come il sottoscritto che in quinta insegna solo il Novecento, con tutte le sue contraddizioni, arrivando sino alla caduta del Muro di Berlino attrraverso il libro di testo, i films, i documentari, ricerche e approfondimenti, le interrogazioni, le verifiche, ecc. Alla fine arrivano i genitori - rieccoli - per cui l'unica cosa che conta è 'IL' voto d'esame, non la cultura. Quindi se hai fatto il tuo lavoro bene, ma il voto è basso, sei un profe 'pirla'. In questo, per fortuna, molti ragazzi sono molto meglio dei loro genitori, loro capiscono perché a scuola ci vivono. Naturalmente ci sono anche i genitori seri, quelli che sanno dir di 'no' e non concedono tutto (ci credereste che io ho sequestrato un I-Phone in classe a settembre? regalo del papino dall'America! Manderei in miniera il padre e poi il figlio!)
Questo è il mio mondo, in piccola parte, il mondo che dopo 20 anni di anzianità mi dà poco meno di 1200 euro al mese (si guadagna meno e si lavora di più nelle 'paritarie'), ma è la mia 'passione' e penso che fare nella vita ciò che appassiona sia in fondo una fortuna.
Quindi abbiate un po' di pietà per chi si smazza in questo mondo facendo cose che vanno controcorrente: in un mondo che impone l'oblio, io insegno a ricordare. Brutta cosa.
Io la storia la insegno giorno per giorno quando metto piede in classe con la mia sola presenza e con l'esempio della coerenza che c'è tra quello che dico e quello che faccio. Non sono perfetto, ma ci provo e continuerò a provarci pur nelle difficoltà di tutti i giorni.
Se poi passiamo a filosofia le cose sono ancora più difficili, una vera e propria sfida. Insegno che esistono valori in un mondo in cui tutti i valori sono crollati, al punto da non credere più che sia possibile ricostruirli: un compito immane. Immane perché la gente ha completamente perso la capacità di pensare in astratto. Ma la chiudo qua.
L'anno scorso all'uscita dei tabelloni (quando ancora c'erano i voti esposti, ora per la privacy è tutto oscurato, tra un po' non si potrà più nemmeno dire 'scuola') un genitore aggredì fisicamente il mio Preside; chiamarono i carabinieri.
Piccolo particolare: il mio Preside è Monsignore!
Questo è il rispetto che il mondo ha oggi per la scuola.

19 luglio 2008

S.I.S.A.: Como - Venezia 2

Anche stavolta non sarò breve e ci saranno anche dei richiami storici quindi... siete avvertiti! Però come promesso ecco le mappe e il volo. Come vedete sopra eravamo rimasti a Sirmione dove avevo fatto tappa; ripartito di lì mi dirigo verso Lazise, dove c'è Gardaland, che non si vede, ed anche, per me più interessante, "Villa dei cedri" un parco termale veramente interessante, ma non si vede neppure quello (ci mancherebbe).
Effettuata la virata mi dirigo verso nord per risalire il Lago di Garda; nell'immagine sotto sullo sfondo si vede Salò, dove ero passato, ora sono dall'altra parte del lago.
Il Garda è bello lungo e nel mio risalire mi riporto nuovamente verso la sponda occidentale del lago.
Arrivo così al lago di Ledro incastrato tra le montagne.
Viro quindi a destra ed in un attimo arrivo alla fine del lago presso Riva del Garda.
Pieghiamo quindi verso sinistra ed andiamo ancora verso nord lascianado la città di Rovereto, patria del filosofo Rosmini, sulla nostra destra; il meteo si sta facendo un po' nuvoloso e volare a vista comincia ad essere più difficile.
Tra uno scroscio di pioggia e l'altro, volando in mezzo alle montagne ricoperte di nuvole, arriviamo sino al lago di Caldonazzo.
La pioggia è sempre intermittente e dopo aver piegato verso sud-est arriviamo sull'altipiano di Asiago, mirabilmente descritto da Emilio Lussu nel suo libro, che sto proprio ora leggendo, "Un anno sull'Altopiano".
Ora mi aspetta una lunga tratta tra le montagne che furono protagoniste della Prima Guerra Mondiale e della strenua difesa degli alpini italiani quando gli austriaci mandarono, nel 1916, la famosa "Strafexpedition", spedizione punitiva, comandata dal generale Conrad. Tra queste montagne non poteva mancare il famoso Monte Grappa (dove c'è anche un famoso Sacrario per i caduti), che vedete qui sotto sullo sfondo, non il costone che sto sorvolando, si trova appena sopra l'ala sinistra del Beaver per chi guarda (la destra per chi pilota).
Ecco che arriva la digressione storica, se non vi interessa saltatela: su quel monte c'era mio nonno materno: alpino artigliere. Mio nonno materno era della classe del '99, quella famosa che andò in guerra a 17 anni! Frequentava l'Esperia a Bergamo (quindi uno dei pochi fortunati che poteva già studiare) e ricevette la chiamata; lo dico sempre in classe ai miei studenti viziati la cui unica preoccupazione è avere il cellulare carico. La scuola fu praticamente chiusa per mancanza di studenti. Mio nonno, alla loro età, andò in guerra; alcuni non ci credono, pensano che esageri, ma poi vedono la mia faccia e stanno almeno zitti. Mio nonno, che diventò poi addirittura direttore di uno stabilimento dopo essere tornato dalla guerra ed aver concluso gli studi, era su quella montagna a portare a spalla i mortai, ma non mi raccontò mai nulla, morì che io non avevo 5 anni e nemmeno mia nonna materna disse mai nulla. La guerra forse non si può raccontare a chi non l'ha fatta. Mia nonna materna però era di origine austriaca, eh già! Mio nonno dopo aver fatto guerra agli austriaci sposò mia nonna la cui madre, la nonna Enrichetta (che io non conobbi mai), si chiamava Turika von Thaler: più austro-ungarica di così! Quindi il mio trisnonno, Paulus von Thaler, era un austro-ungarico, anzi era l'ambasciatore austro-ungarico a Milano ed abitava nel Castello Sforzesco. Quando scoppiò la guerra che fece? Passò dalla parte degli italiani, davvero. Da qualche parte devo avere la sua foto con l'alta uniforme e il famoso elmetto con lo spuntone in cima.
Ma continuiamo ora il volo con le montagne a destra ed a sinistra la piana che porta a Belluno con il fiume Piave (anche quello ricco di reminiscenze storiche visto che segnava il confine tra l'Austria e l'Italia.
Ma starò un po' più a sud di Belluno per incontrare il lago S. Croce.
Viro quindi decisamente a destra ed avvisto quasi subito Vittorio Veneto.
Anche Vittorio Veneto è un luogo della Grande Guerra: il 24 ottobre si svolse l'ultima decisiva battaglia che, il 3 novembre 1918 a Villa Giusti, portò, gli austriaci a firmare la resa ed infatti il 4 novembre si festeggia la fine della Prima Guerra Mondiale. Dovrei dire si festeggiava perché mentre io ai tempi (non della guerra) stavo a casa da scuola, oggi passa sotto silenzio. Noi italiani siamo curiosi: abbiamo vinto una guerra con molti sacrifici e la dimentichiamo, festeggiamo però tra mille polemiche il 25 aprile quando 'altri' ci hanno liberato. Boh! State attenti a quella data: 24 ottobre! Il 24 ottobre 1917, quindi un anno esatto prima della battaglia risolutiva, vi fu la disfatta di Caporetto. L'ennesimo miracolo italiano in cui c'era mio nonno paterno. Lui era più vecchio, classe 1897, visse più a lungo; morì che io avevo 23 anni e quindi potei fargli delle domande sulla Grande Guerra. Mi aspettavo racconti eroici gonfiati dal passare del tempo... Nulla di nulla, non voleva mai parlarne. L'unica cosa che mi disse fu che durante la disfatta di Caporetto, passato il Piave corse ininterrottamente sino a Carpi; sì, avete letto bene. Anche lui la guerra non voleva raccontarla. Mio nonno paterno non conobbe mai suo padre perché morì prima che lui nascesse di 'polmonite fulminante' all'età di 28 anni; sua madre faceva di cognome Ratti ed era imparentata con un docente universitario di Bologna il quale, a sua volta, collaborò alle illustrazioni della "Storia della colonna infame" di Manzoni. Infatti la mia famiglia possiede una copia dei Promessi Sposi della prima edizione definitiva, purtroppo non autografata. Lo so, sembra di parlare di tantissimo tempo fa, eppure dalla Grande Guerra non sono passati neppure 100 anni. La gente dovrebbe guardare di più al proprio passato scoprirebbe cose interessanti come, ad esempio, che mia bisnonna vide Garibaldi sfilare a Milano. Ok, non ve ne frega nulla; torno al volo.
Siamo così giunti ad Istrana; sulla sinistra si intravede lo scalo di Treviso S. Angelo (credo).
Ora dobbiamo effettuare l'ultima virata a sinistra e vedere Venezia. Mentre viro sulla mia destra scorgo in lontananza i Colli Euganei presso Padova di foscoliana memoria.
Questa lunghissima tappa è oramai giunta quasi alla fine, già si scorge la città di Venezia.
Sorvolare il Canal Grande è forse ancor meglio che percorrerlo.
Siccome all'andata ero ammarato proprio nei pressi di Piazza San Marco, questa volta ho deciso di ammarare nei pressi dell'isola di San Nicolò dove, tra l'altro, c'è uno scalo per piccoli aerei da turismo.
Da notare la somiglianza del pilota con me: ha la barba e indossa una delle mie famose camicie a quadrettoni stile 'taglialegna' che mia moglie tenta sempre di far fuori. Ora devo raggiungere Trieste ed il tour è finito.

16 luglio 2008

S.I.S.A.: Como - Venezia 1

Cominciamo con il dire che non sarà un post breve ;-)
Ho ripreso il tour SISA e sto effettuando il ritorno passando per i grandi laghi del Nord; non ricordate? Vergogna! Comunque qua c'è sempre il documento riassuntivo. La seconda tappa sulla via del ritorno che mi riporterà a Trieste è parecchio lunga - esattamente come la seconda dell'andata - ed è quindi prevista una sosta a metà strada. All'andata mi ero fermato a Mantova - a mangiare tortelli con la zucca :-) - al ritorno mi fermerò a Sirmione; che si mangia lì? Tappa lunghissima che non esito a definire un CAPOLAVORO! (la modestia è il mio forte) Non solo laghi di tutti i tipi, ma ben 28, sì ventotto, punti di riporto; uno sproposito che mi è costato un bel po' di tempo in fase di pianificazione. Ma alla fine... che soddisfazione! Le mappe e i voli, come sempre, alla prossima puntata, oggi si arriva a Sirmione. Partenza da Como, eravamo lì se siete smemorati, e subito si va in cerca di piccoli laghi; il primo è il lago di Montorfano.

Appena poco più avanti c'è il lago di Alserno.

Altro piccolo balzo in avanti ed arriviamo al lago di Pusiano.

Ora mi avvicino a zone che conosco bene: il lago di Annone. Devo dire che è riprodotto abbastanza bene con la caratteristica lingua di terra in mezzo; sullo sfondo vedo persino il paese di Civate e la località 'Pozzo' (frazione di 30-40 anime) dove mio padre ha una casupola. Anche la superstrada è riprodotta fedelmente con lo svincolo e i cavalcavia; UTX qui non delude.

Lasciamo sulla sinistra il Monte Barro ed arriviamo al lago di Garlate.

Arrivati lì, viratona a destra ed ecco Lecco! (pure in rima) I ponti ci sono tutti ed al posto giusto; mio padre è di Lecco e mia sorella abita lì quindi la zona un po' la conosco.

Percorriamo allora il ramo lecchese del Lago di Como ed in fondo vediamo comparire la punta con Bellagio.

Vedo molte imbarcazioni da diporto, proprio come in una bella giornata estiva. Passata Bellagio alle mie spalle si vedono benissimo i due rami del Lago di Como.

Non mi resta che raggiungere l'estremità a nord del lago: Colico.

Avete visto sulla destra la Valtellina? Ho pensato molto se percorrerla o no, alla fine ho deciso di virare verso l'interno per andare a sorvolare zone a me più conosciute come le Alpi e prealpi orobiche. Salutiamo quindi la Valtellina alla nostra sinistra. Dopo una ventina di minuti si arriva in terra bergamasca in quel di Piazza Brembana (quello slargo vicino al fiume).
Siamo così giunti nelle Orobie.
Un altro po' ed eccoci in cima alla val Seriana in quel di Clusone, famosa per un dipinto nella sua Chiesa: la "danza macabra" (c'è su molti libri anche di storia).
Da Clusone si ha già la vista del lago d'Iseo, ma prima di arrivarci piego a destra e dopo poco sono sul Lago di Endine (molto famoso su questo blog ancorché perché totalmente assente in FS2004). Qui sotto sto quasi sorvolando Ranzanico, il paese di mia moglie; vedo anche la casa della suocera dove almeno una volta al mese vado a mangiare la domenica (addio dieta!)
Continuando e lasciando Casazza sulla destra sorvolo i Colli di S.Fermo.
Scollinati arriviamo a Sarnico dove c'è il ponte proprio dove finisce il lago ed esce il fiume Oglio. Sarnico è Bergamo, passato il ponte siete a Paratico, provincia di Brescia.
Risaliamo così il lago d'Iseo per giungere a Monte Isola, la più grossa isola europea all'interno di un lago (posto tra l'altro molto bello da visitare).
Volando sempre verso Nord vediamo in fondo la città di Lovere, la punta opposta a Sarnico sul lago.
Arrivati qui, viriamo a destra lasciando il fiume Oglio in entrata e la splendida vista della Val Camonica.
Sorvoliamo adesso le prealpi bresciane in cerca di altri laghi; il meteo, che ricordo essere reale, rimane splendido.
Ed eccoci così arrivare al Lago d'Idro (che scoperta! I laghi sono fatti di 'idro', acqua!)
Già si vede il Garda che sorvolo il lago di Valvest dalla forma a dir poco curiosa; dovrò andare a vederlo.
Ed eccoci finalmente arrivati al Lago di Garda; avvistiamo la cittadina di Salò, famosa per motivi storici.
Non ci resta ora che dirigerci verso quella lingua di terra dove c'è Sirmione, la città resa famosa anche dal poeta latino Catullo.
Nei pressi di Sirmione ho portato il mio fido Beaver a parcheggiarsi da qualche parte per un po' di riposo. Prossimamente la fine di questa lunghissima tappa e troverò il modo di ricordare anche i miei nonni.

15 luglio 2008

F-16 preview

Lustratevi gli occhi gente, sta arrivando l'F-16 della Aerosoft e le immagini dei beta-testers (tra cui, immeritatamente, io) sono a dir poco favolose (modesto).
Altre immagini di questo modello le potete vedere qui. Sul mio blog invece continuo con un F-16 olandese non sconosciuto del tutto visto che frequenta le manifestazioni europee.
Ok, avete ragione, da questa prospettiva non si vede bene la livrea; cambio lato.
Capito ora? Sarà lui? Ceeeeeeeeeeerto che è lui!

 

blogger templates 3 columns