29 gennaio 2009

Si torna in Italia: questa volta per davvero!

Non c'è che dire, i tecnici della Mooney quando mi hanno cambiato il faro d'atterraggio guasto non hanno mica scherzato: sembra il faro di Alessandria d'Egitto! A momenti illumino tutto lo scalo di Sion; a proposito, bel tempo e quindi partenza all'alba, ho fretta di arrivare a Bresso, finalmente in Italia.
Devo superare le Alpi ed allora, già che ci sono, tento di portare il Mooney più in alto che posso; devo dire che a salire non è proprio un fulmine, ma fa il suo dovere. Ma ora basta Svizzera: trovata la valle giusta viro a destra e mi dirigo con decisione in Italia. In questa bella giornata da notare sullo sfondo, in secondo piano, l'imponente sagoma del Cervino; mi sembra di essere quasi a casa. Non ci crederete, ma è da Sion che sto facendo quota e più salgo e più il Mooney rallenta; arrivo al confine italiano quasi in stallo con la massima quota che mi è riuscito di raggiungere: 17.000 piedi, speriamo bastino per la mia prossima avventura.
Inizio quindi la discesa ed ecco finalmente l'Italia in tutto il suo splendore: sullo sfondo la pianura Padana, di fronte il Lago Maggiore e a destra il lago d'Orta. Poi non venitemi a dire che l'Italia non è il più bel paese del mondo! Supero la val d'Ossola e mi dirigo poi vero il Lago Maggiore. Sotto di me, poco avanti ecco Stresa e le isole Borromee. Per sentirmi veramente a casa mi manca però ancora qualcosa: cosa? Ma diamine, la nebbia! Ed eccola puntuale quella foschia così tipica della Lombardia. Passo quindi sopra lo scalo di Vergiate, dove è nato il mio fido SF-260, compagno di molti miei tour. Arrivo quindi a Milano, avvisto sullo sfondo Linate e di fronte a me sulla destra ecco Bresso. Appena atterro succede tutto alla svelta: l'amico Merida72 mi viene incontro, mi saluta e mi sequestra il Mooney. Alcuni loschi figuri lo nascondono in un hangar e vengo invitato a tornarmene a casa mia a BG in treno (questa sì che è un'avventura); penseranno a tutto loro. Come dicono qua: "Sperem!"

27 gennaio 2009

Si torna in Italia, quasi.

La notizia che l'amico Merida72 ha già tutto pronto e organizzato per rendere più personale la livrea bianca del mio Mooney mi ha letteralmente messo le ali ai piedi e, finite le faccende burocratiche e riparato il faro di atterraggio, mi sono messo in volo per tornare in Italia. Il meteo non è ancora del tutto OK in Francia ed io non mi fido a raggiungere Bresso, dove Merida72 mi attende, in una sola tappa per di più sorvolando le Alpi con così poca esperienza sul mio Mooney; decido così di fare tappa a Sion per poi giungere in Italia attraverso valichi più accessibili. Poco dopo il decollo devo percorrere un lunghissimo tratto della pianura francese con la copertura nuvolosa che aumenta in modo preoccupante; decido di stare sui 5000 piedi sopra le nuvole. Ho sentito spesso lamentele sul meteo di FSX che non riesce a dare una buona copertura nuvolosa, sarà, ma a me questa basta e avanza; anzi mi preoccupa non poco. Per fortuna giunto nei pressi delle Alpi un forte vento spazza via del tutto le nuvole e giungo nei pressi del lago di Lemano, meglio noto come lago di Ginevra. Sul lago effettuo la virata che mi porterà ad imboccare la valle che mi porterà quasi diretto allo scalo di Sion; la si intravede in fondo sulla destra Seguo la valle sino a quando alla mia sinistra scorgo la meta di questo mio viaggio di avvicinamento all'Italia. Atterrare a Sion è sempre un'esperienza in quanto l'avvicinamento ti costringe a lambire le Alpi ben più alte di te. Nonostante le raffiche di vento laterali il Mooney si rivela essere un velivolo docile da far atterrare al punto da farmi sembrare bravo. Sosta notturna e poi spero alla svelta di varcare il confine italiano e giungere a Bresso per il lavoro di 'tinteggiatura'.

26 gennaio 2009

Ritorno alla base

Avrete sentito tutti che in Francia c'è stata in questi giorni una vera e propria tempesta, quindi sono dovuto rimanere tappato in albergo - virtuale - a Brétigny-sur-Orge sino a ieri sera; appena il meteo è migliorato ho deciso di rientrare alla base di Barbery. Decollo al tramonto e come sempre FSX non delude regalandomi colori accesi molto suggestivi. Decido di provare la navigazione 'VOR to VOR', ma qualche impedimento mio nella giusta gestione degli apparati mi costringe a ripiegare sul GPS; per fortuna l'amico AEROPLAYER53, prontaamente contattato da me in quanto mio istruttore personale (suo malgrado), mi ha spiegato dove sbagliavo: alla fine era solo uno stupido interruttore. Meglio così, pensavo proprio di dover rinunciare al tutto per mia totale incapacità. Per fortuna il meteo migliora e volare è un piacere. Mentre ero alle prese con gli strumenti che non volevano rispondere alle mie sollecitazioni - sfido, avevano ragione loro, avevo messo su GPS e bypassavo completamente la navigazione VOR - mi giunge una chiamata al cellulare dell'amico Merida72: a Bresso tutto è pronto ed organizzato per il repainting del mio Mooney. Bellissima notizia! Intanto sono arrivato a destinazione: il mio primo atterraggio serale con il Mooney. Ormai il circuito non rappresenta più un problema, più problematico è invece il fatto che per me il faro di atterraggio o è bruciato o è troppo debole. Domani mattina ne parlo al centro manutenzione, non ho certo l'intenzione di intraprendere un così lungo viaggio senza un elemento così basilare, visto dove devo andare poi...
Appena a terra vorrei già partire per tornare in Italia, ma la questione del faro ed altra burocrazia mi costringono ancora a rimanere in Francia; mi auguro per poco. Alla prossima, l'avventura si avvicina!

23 gennaio 2009

Altro volo per testare il Mooney

Circondato da nuvoli temporaleschi e tuoni e fulmini, decollo da Barberey per testare un po' la strumentazione del Mooney, specialmente il GPS che, visto il tour che mi accingo a fare, sarà di sicuro il mio compagno di viaggio più fedele. La giornata si addice ad un volo semistrumentale - non credo si possa dire che io neppure sappia cosa sia l'IFR - e quindi mi affido al GPS ed all'autopilota per testarne il funzionamento. Tra l'altro sto riprovando anche le landclass della SceneryTech dell'Europa che rendono il paesaggio proprio brullo; XClass alle volte è un po' troppo 'primaverile'.Salendo a nord vero Reims la campagna è addirittura innevata o più semplicemente, gelata! Insomma come qua in Italia qualche settimana fa. Devo dire che ultimamente, circa 15 giorni, per me il meteo che si scarica da FSX dà letteralmente i numeri: quasi sempre cieli sgombri in situazioni reali ben diverse. Speriamo sia solo un momento un po' così, di follia dei servers, prima era abbastanza fedele. Ho programmato una rotta 'VOR to VOR', ma delego al GPS la funzione di seguire i waypoints per testare il funzionamento dei vari apparati tra cui anche i cowl flaps; grazie Riccardo della spiegazione. Arrivato a Reims piego verso sud-ovest e giungo allo scalo di Orly.

Quando visitai Parigi con i miei, quasi 40 anni fa, era questo lo scalo più famoso ed infatti andammo a vederlo e mi ricordo ancora la terrazza da cui si vedevano tutte le piste; sbaglierò, ma a quei tempi io di Aeroporto Charles De Gaulle proprio non ne sentii parlare (c'è da dire che ai miei tempi De Gaulle era ancora vivo quindi dubito avessero già dato il suo nome ad uno scalo; quanto sono vecchio!) Sono circondato dalla città di Parigi di cui vedo ben poco a causa delle non buone condizioni di visibiltà ed atmosferiche; il mio Mooney ha 'ballato' per tutto il tempo ed il fatto che il volo sia 'virtuale' e non 'reale' non mi dispiace per nulla. Alla mia destra per chi ha occhi buoni si può scorgere anche la Torre Eiffel, con lampetto scenografico sulla destra. Dopo un po' arrivo nei pressi dello scalo di arrivo: Brétigny-sur-Orge. Scalo non facile da trovare perché dall'alto avrò visto in pochissimo tempo almeno altri 4 aeroporti: ma quanti ne hanno? Comunque chiedendo informazioni all'aeroporto sulla sua ubicazione ed alla fine lo trovo ed eseguo un circuito direi quasi da manuale. Da manuale? Diciamo che mi va bene anche perché tra circuito di destra e di sinistra io non ho mai capito bene a chi si riferisca; diciamo che per mia comodità lo faccio sempre stando esterno allo scalo rispetto alla direzione da cui arrivo. L'atterraggio è buonissimo e molto leggero anche se solo alla fine il PAPI mi dà l'indicazione del sentiero di discesa giusto; ultimamente arrivo sempre alto per il PAPI e ciò è strano, la mia abitudine era esattamente l'inverso, magari è il Mooney che mi porta a ciò. Il rientro sarebbe previsto nel pomeriggio, ma non ho idea se il meteo me lo consentirà o meno; mal che vada mi fermo a Parigi; nonostante sia proprio una città che non mi piace suppongo che ci sarà qualcosa da vedere.

21 gennaio 2009

Secondo volo di ambientazione

I francesi, sempre un po' troppo 'patriottici' per i miei gusti, mi fanno notare che l'aeroporto di Troyes da cui dico di partire in effetti si trova a Barberey-Saint-Sulpice e non a Troyes. In effetti hanno ragione, un po' come se dicessi Bergamo e non aeroporto di Orio al Serio... va beh, io posso sopravvivere. Comunque questa volta sono ridecollato per fare un altro voletto di prova per familiarizzare con il 'mio' Mooney mentre l'amico Merida72 continua a mandarmi proposte di livree una più bella dell'altra; ormai abbiamo quasi deciso quale realizzare, devo solo imparare a pilotare il Mooney e portarlo a Bresso per il lavoro di 'tinteggiatura'. Questa volta, su suggerimenti dell'amico Aeroplayer53, un vero guru, proverò qualche strumento per aiutarmi nel volo: niente di che, solo la regolazione del NAV1 dell'indicatore di direzione e il pilota automatico per quanto riguarda il mantenimeto della quota, per me un vero 'must'.Carino il 'mio' Mooney, vero? Dalla delusione iniziale comincio a prenderci la mano; lo pensavo però un po' più veloce: chiederò ai tecnici se si può 'pompare' un po' il motore, il viaggio che devo affrontare è bello lunghetto. Il volo di prova è di circa una ventina di minuti, i miei colleghi francesi mi hanno detto di volare diritto dopo il decollo piegando leggermente a destra sino a trovare delle piste in erba e terra battuta, quindi tornare indietro. Trovate le piste effettuo una bella virata violenta per vedere quanto 'tiene in curva' questa 'Porsche dei cieli'.

Grazie al semplice consiglio di Aeroplayer53 l'avvicinamento allo scalo di ritorno è pressoché perfetto; guardate voi che roba, più allineati di così si muore. Forse sono un pizzico basso, ma 2000 feet mi sembravano sufficienti anche per avere una buona visuale; sempre su consiglio di Aeroplayer53 farò due virate di 90° invece di una da 180° per fare un avvicinamento più confortevole. La prima virata è perfetta, la seconda un po' meno perché una sirena - avvisatore flaps, ho messo sull'ultima tacca un pelino troppo presto - mi ha distratto. Il PAPI con le sue 4 luci rosse mi segnala che sono troppo basso, strano, a vista mi sembrava ok. Mi rialzo un po', ma il PAPI non ne vuol sapere; ormai c'è poco da fare sono in finale e decido di fare a occhio. L'atterraggio è morbidissimo anche se faccio ancora fatica ad abituarmi alla insolita bassezza di questo velivolo: sembra di stare seduti per terra.
Rientro a Barberey, stavolta è giusto, e trovo che nel frattempo sono arrivati altri piloti; bene, chiederò loro altri brevi tragitti per familiarizzare con il Mooney.

19 gennaio 2009

Primo volo e 100.000 accessi!

Un decollo che mi auguro di buon auspicio. Questo è il mio primo volo con il Mooney Bravo da Troyes, un voletto breve breve giusto per prendere confidenza con il mezzo e cercare di capirlo. Ma permettetemi anche di dire e festeggiare i 100.000 accessi al mio blog; non ci avrei mai creduto quando ho iniziato questa piccola 'avventura'. Posso dire di essere stato un po' un pioniere dei blogs dedicati al volo virtuale, ma poche chiacchere e torniamo al Mooney. Appena decollato viro a destra per fare un semplice circuito; torno indietro e lascio lo scalo alla mia destra.Comunico quindi alla torre la mia intenzione di fare un 'touch and go' per testare l'atterraggio e capire come condurre questo velivolo con il quale ho intenzione di percorrere molte miglia. No, non ci siamo, ho virato in ritardo, ho ancora gli automatismi dell'SF-260; questo velivolo è molto meno reattivo e presenta anche una differenza notevolissima: quando viro perdo completamente di vista la pista. Eh già, non ho fatto i calcoli con il fatto che questo velivolo ha il tetto chiuso e non vetrato come l'SF-260 e quindi, perdendo di vista la pista, devo andare alla cieca. Sarà meglio che impari a fare un circuito ben fatto oppure fare atterraggi diretti. Comunque eccomi al 'touch and go' visto dalla torre di controllo. Ripresa quota questa volta viro a sinistra e decido di fare lo stesso circuito, ma lasciando questa volta lo scalo alla mia sinistra. Qui mi scontro con una certa ottusità dell'ATC di FSX che mi chiede ancora se voglio fare un 'touch and go'; ma l'ho appena fatto? Mi ha dato conferma, ho risposto di sì e l'ho fatto, che vuole ora? Non riesco ad uscire da questa specie di loop dell'ATC e decido di ignorarlo. L'ago della velocità in tanto trema in modo alquanto inconsueto: è guasto? Oppure devo attivare il riscaldamento del pitot? Già, ma dov'è? Questo velivolo non ha un'immagine che spieghi il VC e la ritengo una mancanza non da poco. Fatto sta che viro a sinistra per l'atterraggio con arresto completo. Memore di quanto successo prima adotto una nuova tattica: viro un po' e poi mi raddrizzo per vedere dov'è la pista, viro nuovamente ed altra occhiata alla pista ed alla bussola. Lo so, non è proprio un gran metodo, ma sembra funzionare perché alla fine di queste piccole correzioni mi ritrovo ben allineato alla 18. Per oggi basta; il volo non mi ha soddisfatto molto, probabilmente devo smetterla di pensare al Mooney come ad un sostituto dell'SF-260, questo aereo ha tutta un'altra personalità e devo impararla altrimenti non andrò molto lontano nel mio tour. Speriamo che qualche esperto mi dia qualche dritta.

16 gennaio 2009

Viaggetto a Troyes

Giusto l'altro giorno l'amico Luk@ mi faceva notare che ormai nel mio blog la differenza tra 'reale' e 'virtuale' è così labile che si fa fatica a capire. Colpa mia che esagero sempre un po' troppo le cose nel linguaggio: tutto quello che leggete qui riguardo l'aviazione è 'simulato'. Ok, non proprio tutto, alle volte c'è anche qualcosa di vero, ma io non sono un pilota nella realtà e faccio abbastanza schifo anche nel 'virtuale', ma ho un po' troppa fantasia.
Si diceva che ho momentaneamente abbandonato il fido e valoroso SF-260 per iniziare qualcosa di nuovo con un nuovo velivolo: ma quale? Dopo varie ricerche sono capitato in questo sito: Mooney. Ok, il sito è quello del velivolo vero, ma esiste anche la controparte virtuale, è pure uno degli aerei di default di FSX. Preso dal mio solito 'squilibrio mentale' ho cliccato su 'own a Mooney' come se dovessi comprarlo (ma chi li avrà mai tutti quei soldi?) e sono così arrivato alla pagina dove c'è il rappresentante della Mooney per l'Europa occidentale e, quindi, l'Italia. Se voglio quindi un Mooney devo andare in Francia a Troyes; più precisamente al sito della Troyes Aviation. Seguendo sempre la mia immaginazione ho quindi pensato che sarebbe stato carino affrontare il nuovo tour con questo velivolo e ne ho trovato uno 'usato' proprio a Troyes; bisogna andare a ritirarlo. [Nella realtà-virtuale il Mooney che utilizzarò è però quello della Carenado anche se l'ho acquistato presso Aerosoft]. Immaginando di andare a Troyes in Francia in treno - meglio immaginare perché solo fare Bergamo-Milano in treno è un'odissea di oltre un'ora, se tutto va bene, per fare solo 50 km. scarsi - eccomi giungere nella cittadina che scopro essere la patria del famosissimo, lo insegno pure a scuola, Chrétien de Troyes autore del romanzo di Perceval. L'aeroporto si trova a Barberey-Saint-Sulpice dove immediatamente mi faccio portare a vedere il mio nuovo acquisto, virtuale s'intende!

Non è particolarmente attraente così, ma in effetti me l'hanno consegnato completamente rigenerato, quindi tutto bianco, ma a quello rimedieremo presto. Non resisto e mi butto subito all'interno per studiarne l'abitacolo. Il velivolo - detto la Porsche dei cieli - si presenta bene, ricorda l'SF-260 nella struttura di base, ala bassa e monomotore, ed è sufficientemente aggressivo. Con questo velivolo mi appresterò a realizzare il mio nuovo pretenzioso tour. Ora si tratta di sbrigare le pratiche burocratiche, fare un paio di voli d'ambientamento, assicurarci che il mezzo sia OK e poi rientrerò in Italia dove a Bresso c'è un mio carissimo amico, Merida72, che non aspetta altro che ridipingermelo per l'occasione.

13 gennaio 2009

Ed ora, che fare?

Finita il tour della Route66 che fare ora? Mi rimane sempre da concludere il tour in British Columbia fermo a 36 tappe: da troppo tempo sono fermo a Banff. Purtroppo ero ancora un 'pivellino' - già, perché ora? - e il metodo di pianificazione che avevo scelto era ed è lungo e tedioso, quindi per ora rimango ancora fermo in Canada, se ne riparla più avanti. Purtroppo in questi giorni ho anche scoperto che il mio portatile ACER ha un difetto hardware di cui mi sono accorto molto tardi: non funziona il jack delle cuffie e quindi non riesco a far uscire il segnale audio. Naturalmente mi sono accorto della cosa solo quando mi serviva e visto che sono pure musicista, la cosa mi rompe alquanto. Adesso dovrò seguire la trafila della spedizione per la riparazione, ecc.; è la prima volta che mi capita una cosa del genere e non riesco a capire perché non possa semplicemente portarlo all'Acer Point vicino a casa mia. Mi hanno detto che il servizio di spedizione per notebook in garanzia lo fanno solo per i loro clienti che hanno acquistato lì; ok, io l'ho preso in un grande magazzino, ma ho risparmiato 200 euro rispetto ai loro prezzi ed a parte quella scocciatura va ancora perfettamente. Mi sa che protesterò alla ACER e non mi vedranno più come loro cliente.
In questi giorni sto preparando il nuovo tour: dopo attento studio ho deciso di lasciare il fido SF-260 per qualcosa di leggermente diverso; ricordo che con questo stupendo velivolo ho affrontato il tour Bolzano-Capo Nord in FS2004 e il tour della Route66 appena terminato. Devo andare a ritirarlo a Troyes in Francia e portarlo a Bresso dove sarà dipinto per l'occasione da Merida72 con una livrea del tutto personalizzata. Ma questo alle prossime puntate. ;-)

09 gennaio 2009

Route 66: la fine del viaggio

Eravamo rimasti qui, sopra la città di San Bernardino in direzione dell'Oceano Pacifico; passate un numero veramente notevole di abitazioni (qui sopra FSX qualche esitazione ce l'ha, ma di abbassare l'autogen proprio non ne voglio sapere), ecco che finalmente in lontananza scorgo il mare e la città in cui atterrerò: Ciudad de la Iglesia de Nuestra Señora de Los Angeles sobra la Porziuncola de Asís ovvero Città della Chiesa della Nostra Signora degli Angeli della Porziuncola di Assisi. Ok, detto così è un po' lunghetto come nome, se vi dico LA capite?

Eh già, quei grattacieli si trovano proprio a Los Angeles, la meta del mio viaggio anche se ricordo che la vecchia Route 66 di fatto finiva a San Bernardino. Riesco già a scorgere anche KLAX , l'immenso scalo californiano dove devo atterrare.

Intanto mi guardo intorno stupito di questo immenso conglomerato urbano dove riesco a scorgere le auto sulle strade e persino i semafori; ehi, ma quello è... ... il Los Angeles Memorial Coliseum! Caspita, mai mi sarei aspettato di riconoscere un luogo mai visto nella realtà all'interno di FSX; direi veramente somigliante.Passare sopra un 'mare' di case per atterrare la trovo sempre una cosa strana e pericolosa, ma non posso fare diversamente. Intorno a me c'è un traffico aereo spaventoso, ne vedo da tutte le parti al punto che l'ATC mi indica sia la pista, sia l'aereo di fronte a me da seguire. Meglio così, con tutte quelle piste non è facile capire quale sia la mia. Ed anche a terra c'è un traffico bestiale: non faccio a tempo ad uscire dalla pista che dietro di me sfreccia un aereo di linea per il decollo. Cerco un qualche 'buco' per parcheggiare, ma mi sento tanto un nano in mezzo a dei giganti; meglio togliersi dai piedi alla svelta. Qui finisce il tour della Route 66, tour che ha visto tratti molto interessanti, alcuni veramente spettacolari - come dimenticare il Grand Canyon - ed altri veramente noiosi. Alla fine che dire? Poco, se non che ho percorso circa 2100 miglia nautiche in una dozzina di ore, a dire il vero credevo di averci messo molto di più. Ecco comunque l'immagine riassuntiva del mio intero percorso (a grandi linee). Non c'è che dire, l'America l'ho proprio attraversata. Ed ora? Ed ora sto già meditando qualcosa di ancora più 'faraonico'; stay tuned!

 

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