21 aprile 2007

TOUR Bolzano - Capo Nord [C3]

Saluto Rostock con un po' di apprensione, mi aspettano almeno 70 mn. in alto mare senza alcun punto di riferimento e sono, giustamente, preoccupato: è la mia prima volta in mare aperto e so bene che il minimo errore mi porterebbe fuori rotta e anche di molto. Come se non bastasse gli amici di VV ieri hanno trovato tempesta e vento fortissimo la qual cosa non mi rassicura proprio per niente; per ora il meteo sembra clemente, ma come ho visto ieri, mai dire mai!
Saluto alla mia sinistra gli ultimi lembi di terraferma e mi preparo ad affrontare l'ignoto. Ancora non sapevo che questa sarebbe stata la tratta più difficile e stressante dalla mia partenza a Bolzano. Ma procediamo con ordine.
Come potete vedere l'orizzonte è alquanto sconfortante e se non fosse per l'orizzonte artificiale, ben visibile nello screen sopra, capire quale sia il mare e quale sia il cielo non è semplicissimo, ma qui mi stava andando ancora di lusso al punto che mi permettevo anche di prendere delle belle immagini dall'esterno; insomma le mie solite 'cartoline'!
Ma il bel tempo non pare durare a lungo e presto finisco in mezzo alle nuvole senza nessuna possibilità di vedere nulla all'esterno; per fortuna la quota me la mantiene l'autopilota che ho inserito, altrimenti... Come avevo già notato prima, quando arrivo ad un waypoint basta virare verso la nuova direzione un attimo prima o un attimo dopo e si può sbagliare la meta anche di vari chilometri; questo per effetto degli angoli: un piccolo errore a 2 mn. diventa enorme dopo 70, al punto che puoi finire da tutt'altra parte. A me stava succedendo questo, come al solito ho virato un po' in anticipo su Rostock e quindi stavo sballando la direzione verso Fehmarn di un bel po'; anzi, continuando così non l'avrei mai incontrata! Come me ne sono accorto? Lo ammetto: ho acceso il GPS e cercato sulla sua mappa il punto di arrivo. Sia chiaro, non avevo la rotta sul GPS, ma la cartina, anche se rudimentale e microscopica, mi ha aiutato a capire le correzioni di rotta da fare. Ma il disorientamento era tale che, circondato solo dal grigio delle nubie a furia di fissare il GPS e correggere sono finito, in un attimo di distrazione, pure in volo rovescio, senza accorgermene, poi ho tentato di recuperare, ma non ci riuscivo... insomma: PANICO! Occhi fissi sull'orizzonte artificiale per tentare di capire in che razza di assetto stavo volando; ripreso l'aereo e un assetto decente di nuovo a testa bassa per controllare la rotta: porca pupazza, sto tornando indietro! Insomma un paio di minuti di assoluto disorientamento spaziale, per fortuna non è un volo vero; con molta calma ho poi recuperato la situazione ed alla fine...
... TERRA!!!!!!! Mi sentivo una specie di novello Colombo; finalmente qualcosa da osservare e cercare di capire dove fossi.
Non faccio a tempo a godermi l'inaspettata gioia di aver trovato l'isolotto giusto, riconosciuto da dei laghetti interni, che ripiombo in mezzo al mare perso tra le nubi. Nell'immagine sopra potete ancora intravedere un lembo di terra vicino all'ala alla mia sinistra (a destra per chi guarda). Di nuovo perso! Stavo per salvare e rinunciare quando mi accorgo che alla mia destra si intravede una costa.
Ok, allora ci sono, devo proseguire verso Bagenkop e la costa sulla destra me la tengo come punto di riferimento; ragazzi che stress!
Alleluhia! Terra di nuovo! Stavolta ho imparato la lezione e mi tengo proprio sull'esterno della punta per avere dei punti di riferimento certi; ora devo virare proprio sopra la cittadina e trovare uno straccio di strada da seguire.
La trovo: mannaggia quanto è piccola, come la seguirò in mezzo a queste nubi? La seguirò con moooooooolta difficoltà, ma non voglio mollare, ormai è una sfida: devo arrivare alla fine (tanto la moglie è a fare il bagno ho ancora un po' di tempo prima della cena). Ok, le nuvole mi permettono di fare degli scatti molto belli e dinamici, ma stavolta proprio le odio: datemi un cielo pulito!
Ora devo cercare Rudkoping, se cerco la cittadina non la troverò mai più, mi pare che lasciata la Germania UTE stia diventando meno particolareggiato, ma magari è un'impressione mia dettata dalle mie difficoltà; cerco un ponte stradale e ferroviario che mi porti sulla terraferma lontano da questo marasma di isolotti e isoline, per fortuna Luca nel suo piano di volo ha previsto questo passaggio a 'prova di idiota'.
Adesso tiro dritto seguendo la ferrovia, la vedo meglio, sino a Svendborg, questa mi pare più grande, la riconoscerò meglio.
Finalmente un po' di calma; il meteo è un po' migliorato e la strada da seguire un po' più grossa. Tiro il fiato e per la prima volta realizzo che... gente, sono in Danimarca!
La Danimarca, la patria di uno dei miei filosofi preferiti! Voglio guardarmi attorno, la Danimarca chissà mai se la vedrò, mi accontento di guardarla con questo occhio virtuale; tanto prima di arrivare ad Odense ci vorrà un po' di tempo.
E invece no; ecco già qua l'autostrada, ora mi tocca pure cercare l'aeroporto che sarà di sicuro piccolo e per fortuna ho il codice ICAO altrimenti starei ancora girando là. Un'occhiata al GPS e me lo trovo lì davanti; chiedo di atterrare e mi viene chiesto di scegliere la pista. Un'occhiata agli strumenti e decido per quella dritta davanti a me, mi sono già stressato abbastanza, niente giri strani stavolta.
La pista che ho scelto è in erba!!!!!!! Non ho nessuna intenzione di essere sopravvissuto al Baltico e poi finire la mia spedizione capottato su una striscia d'erba; decido quindi di cambiare pista, voglio l'asfalto e lo voglio alla mia sinistra (capita solo a me oppure anche a voi? Viro molto meglio a sinistra che a destra, boh!)
'Biancheria' tutta fuori e niente orpelli: voglio atterrare e lo voglio fare al più presto, questa tratta mi ha letteralmente distrutto fisicamente e psicologicamente.
Sì, sono stanco e quindi la prendo un po' storta, sarà meglio raddrizzare un po': io la traversata del Baltico mica la rifaccio, se mi schianto qui all'atterraggio ci faccio proprio una figura di m....
Meno male, niente figure; carino lo scalo, ci sono un sacco di alberi. A terra nessuno mi dà indicazioni su dove parcheggiare, sembra che non ci sia nessuna frequenza al suolo e quindi vado a caso.
Toh, una pompa di benzina; sarà meglio rabboccare, per la prima volta, come si vede dagli indicatori, ho finito il carburante nei tips allari e stavo andando con quello interno. Meno male parto sempre con il pieno. La terza tappa è finalmente finita, sono stravolto; mi pare si noti persino nella immagine finale ;-)
Alla prossima! (stavolta mi riposo un po'!)

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