16 giugno 2009

Vigilius World Tour: tappa 29, Phuket!

Sarà la voglia di vacanze, non di caldo, resta il fatto che ho deciso di andare a sud a vedere questa zona resa tristemente nota dallo tsunami (mai sentito il nome di Phuket prima di allora). Ecco la tappa prevista.
Partenza da Bangkok, aeroporto immenso, ma deserto, manco un aereo: stranezze di FSX? Forse l'ora, era da poco passata l'alba, ma avevo fretta di andare a farmi un bagno.

Io Bangkok la pensavo una megalopoli e tanto piccola non dev'essere se fa oltre 6.000.000 di abitanti, ma FSX me la restituisce un po' 'magra'. Cercare di scrivere i nomi delle zone da me sorvolate è un esercizio pressoché impossibile, anche trovarli sulla cartina per tracciare la rotta è roba da crittografia; quel che importa è che il tempo è ottimo, solo qualche nuvola, ed il mare bellissimo. Ad un certo punto viro a destra per andare a raggiungere la costa occidentale di questa lingua di terra che non è poi molto larga. Dall'altra parte arrivo a Kawthaung e sono di nuovo in Birmania o, come si chiama oggi, Myanmar. Proseguo lungo la costa e il paesaggio è tutto così: mari e colline, molto vario e per nulla noioso. Arrivo abbastanza rapidamente a Phuket e lo scalo si trova in una posizione curiosa che mi costringe ad allontanarmi per effettuare la virata del circuito di discesa. Procedo con estrema prudenza e non so neppure io il perché sino a quando, leggendo la wikipedia, scopro il motivo: questo scalo è stato protagonista di un disastro aereo di un mezzo proveniente proprio da Bangkok! Fare gli scongiuri è per lo meno lecito. Comunque il tempo, a differenza del 2007 anno dell'incidente, è ottimo e quindi avvicinarsi non è per nulla difficile. Atterrato senza problemi scopro che almeno qui ci sono segni di vita aeronautica: sulla taxiway c'è un velivolo che sta andando in testata pista. Ora potrò andare a farmi un bel bagno.
Penso che d'ora in avanti la mia media sarà questa: 1 o 2 voli alla settimana. Non è molto, ma stanno per iniziare gli Esami di Stato e poi non posso stare sempre davanti al PC quindi alterno un po' i miei hobby: ieri 25 km. in bici, più che un hobby una triste necessità visto il mio peso, oggi volo, oggi altri 10 km. (ma faceva un caldo...), domani lavoro e se avanza tempo chitarra. Tanto non abbiamo fretta di arrivare, vero?

8 Comments:

Christian said...

Ciao Vigilius, no no non abbiamo fretta, fai pure tutto con calma, chi va piano va sano e va lontano. Sei riuscito a farti un bel bagnetto all'arrivo??? Certo che sul Mooney potresti portare la tua chitarra così di sera quando siamo in albergo ci puoi intrattenere. Complimenti come sempre per la tappa odierna. Un salutone caro caro e alla prossima tappa.

wilm said...

Se non hai fretta...( e perchè poi?)puoi variare a piacimento (o capriccio del momento)...da quelle parti c'è Kuala Lumpur...Singapore...Jakarta...che bellezza, non c'è che l'imbarazzo della scelta...beato te!
Buon volo.

Vigilius said...

Grazie, troppo buoni. Per la chitarra è un'idea, in effetti ho un altro blog dove parlo delle mie chitarre e altro..., ma sono all'inizio e non so ancora che strada piglierà. In effetti ci sono un sacco di posti da visitare, vedrò che si potrà fare.

Anonimo said...

Ciao Vigilius,
seguo, quando posso, il tuo interessante tour. Volevo chiederti quale programma utilizzi per mostrarci i tragitti? Grazie e ciao.

Ayr

Unknown said...

Ciao Augusto
Rieccomi dopo le ferie ed i WAG…ed il brivido dal decollo di Lukla…complimenti !
Certo che dopo Phuket prima o poi – come da te ricordato - ci sarà il problema dell’oceano pacifico.
Allora io e Massimo (bev200 di Volo Virtuale..che ti saluta) ci siamo scatenati.
Le vie sono due ma una sola percorribile, siccome il Mooney – come tu ben sai - ha una autonomia di circa 1200 nm.
Ieri sera ho messo alla frusta “Flight Sim Commander” che ha comiciato a sparare rotte ortodromiche (le circle route) per l’attraversamento del Pacifico. L’ho subito ricondotto a più miti consigli e ho misurato in miglia soluzioni con tratte tutte a portata del Mooney.
La prima, che sarebbe forse la più suggestiva, prevede: Papua Nuova Guinea, Salomone. Fiji e Samoa dopodiché le opzioni sono due: le Hawaii e quindi la California oppure la Polinesia Francese e quindi le coste del Cile. Si riesce a raggiungere le Hawaii approfittando degli aeroporti di due isole minuscole tra le Samoa e le Hawaii che sono rispettivamente Canton (PCIS) e Palmira (PLPA). Purtroppo qui ci fermiamo in quanto per arrivare sulle coste della California ci sono ca 2000 nm di solo oceano e nulla più (peccato solo 800 nm..di differenza). Ancora peggio per quanto riguarda la Polinesia Francese che dista dal Cile più di 3000 nm di solo mare.
A questo punto Massimo suggerisce la seconda via che è anche l’unica percorribile: la Kamchatka ed il Mare di Bering (ad esempio Anadyr (UHMA) Anchorage (PANC) di ca. 1000 nm ma si può fare più corta utilizzando aeroporti minori e più vicini tra loro); Massimo avverte però che a quelle latitudini con il meteo reale possono esserci dei jet stream così violenti da staccarti (si fa per dire) le ali dell’aeroplano.
Ovviamente si può passare anche dalle Hawaii (ti possiamo rifornire “virtualmente” in volo con l’aviocisterna..).
Noi siamo pronti.
A presto !!

Vigilius said...

Per i tragitti uso un sito Web: http://www.goflying.org/maps/g_route_build.htm

Vigilius said...

Allora Riccardo, avete ragione tutti e due: mi spiego. Naturalmente prima di partire mi sono fatto un piano di massima che, per altro, ho già variato molte volte nel particolare per andare a vedere posti di cui mi accorgevo di essere vicino (Lukla ne è un esempio, ma l'ho fatto anche per altre bellezze artistiche o naturali). Nel piano primitivo la strada era esattamente la prima via da te indicata, poi, strada facendo, mi è venuto il dubbio che alle Hawaii magari ci sarei anche arrivato, ma poi come avrei raggiunto la costa americana? Ho cominciato allora a studiare meglio la cartina mondiale per trovare un'alternativa ed ho scoperto che l'unica via possibile era passare per lo stretto di Bering. Non ho ancora cercato gli scali, ma pensavo proprio ad Anchorage e qualche piccolo scalo lungo il percorso, quindi le vostre informazioni saranno preziose. Quindi ora mi farò un giretto nelle isole calde e poi dovrò risalire verso il freddo Nord; mi rimane il rammarico che salterò completamente l'America del Sud mentre gli altri continenti li potrei toccare quasi tutti (l'Antartide è un continente? Non ricordo, da lì di sicuro non passo!)

Unknown said...

Ciao Augusto
Io e Massimo eravamo certi che tu avessi già fatto tutte le considerazioni del caso ed abbiamo comunque partecipato in quanto le problematiche inerenti l’attraversamento del pacifico hanno veramente attratto la nostra attenzione. Nessuno di noi due lo ha mai fatto e neppure abbiamo ancora mai volato nella zona dello stretto di Bering. L’interesse è quindi molto alto sia sotto l’aspetto delle scelte di rotta e del meteo, che degli scenari che si possono presentare. La scelta di visitare le isole calde e poi di “passare” a nord è quella che saremmo obbligati a fare anche nella realtà ed è senz’altro la più avvincente. Peccato davvero per l’America del Sud, ma non si può fare tutto. Per quanto riguarda l’Antartide ho effettuato ormai molto tempo fa un volo da Ushuaia in Argentina sino ad una base situata nella penisola antartica. Con il bimotore Baron, ovviamente senza sci ! Ho trovato una baracca, una manica a vento e…un gatto delle nevi !
Pista in neve battuta. L’atterraggio andò bene ma il decollo dalla base fu un incubo. Le ruote affondavano nella neve ed ho fatto almeno 1500 metri uscendo anche fuori pista prima di riuscire ad alzarmi. A parte l’emozione di sorvolare per un pò le sconfinate lande ghiacciate che attraversarono i grandi esploratori, l’immensità dell’Antartide da un senso di “vuoto” spaventoso. Un giorno forse ci ritornerò per visitare tutte le basi, ma con un Hercules C 130 con gli sci ! Io dico che in questa occasione se non ci vai non perdi granchè.
Buon volo per la prossima tratta, l’equipaggio è pronto.

 

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