17 aprile 2009

Vigilius World Tour: tappa 19, Socotra!

Prima di tutto un grossissimo rimgraziamento a tutti quelli che hanno la pazienza di seguirmi e si sono pure iscritti al blog come 'amici'; sono giò 8, wow! Seconda considerazione è che è stata dura riprendere il tour in quanto dopo le mini-vacanze e, soprattutto, il terremoto in Abruzzo, mi sembrava che volare 'virtualmente' fosse una scemata e basta. Probabilmente era anche la consapevolezza che la tappa odierna non avrebbe avuto proprio nulla di interessante e quindi non ero per nulla invogliato a ripartire. Se non ci credete date un'occhiata alla rotta: noia e basta!

Mi spiace per la Somalia, ma non c'è molto da vedere oppure non sono nello spirito giusto per apprezzarla. D'altra parte l'autonomia del Mooney mi costringe a non seguire la 'rotta che vorrei', ma solo quella che 'posso'. Decollo da Mogadiscio e mi appresto ad un volo molto, ma molto lungo. La strategia di volo è quella di seguire le rotte più dritte possibili, per riparmiare tempo, e fare rifornimento appena possibile: un 'pieno' non basterebbe, la Somalia è lunghissima. Arrivato ad Obbia, dopo oltre un'ora e mezzo di volo, capisco subito che in questa striscia di terra rifornirsi è impossibile, quindi devo proseguire. Proseguo per un'altra oretta ed arrivo a Eil dove atterro: la pompa non c'è, ma ci sono dei bidoni dai quali, con l'aiuto degli autoctoni, riesco a pompare fuori qualcosa che sembra essere utile al mio scopo: sperem! Quindi riparto con qualche preoccupazione in più. Il paesaggio è monotono, ma il mare è comunque molto bello; altra ora di volo ed arrivo ad Hundiyo, nella regione dello Puntland, che è un luogo molto caratteristico dal punto di vista naturalistico. Supero la punta e mi butto in mare aperto; per quanto abbia tentato di evitare questa evenienza mi è impossibile non affrontare un'altra ora di volo sull'acqua. Il carburante dovrebbe bastare, ma sulla sua qualità ho dei seri dubbi. Alla fine avvisto degli isolotti e sullo sfondo la mia meta: l'isola di Socotra, patrimonio dell'UNESCO in quanto un piccolo pezzo di paradiso perduto. Sorvolare l'isola vuol dire ammirare un paesaggio alquanto strano che sembra alternare di tutto: da zone brulle al verde, al deserto. Alla fine avvistiamo l'aeroporto di Mori situato vicino ad una baia alquanto bella; devo dire che le immagini mi sono riuscite abbastanza bene nonostante il paesaggio non aiutasse più di tanto. Alla fine poggio le ruote su uno scalo alquanto disabitato; pensare che è il più grosso dell'isola! Alla fine di questo volo, che altro non è stato che una tappa di trasferimento, ho notato come il fermarmi anche solo una quindicina di giorni mi abbia arruginito non poco in tutta una serie di automatismi (notato che ho avuto quasi sempre le luci di navigazioni spente? Dimenticanza: che vergogna!); insomma anche quest'hobby necessita di tempo, ne ho sempre meno, e dedizione quasi assoluta!

2 Comments:

wilm said...

Buona ripresa!
Non credo che il tuo tour sia una "scemata"...tutt'altro.
Concordo sul fatto che occorra pazienza, tempo,passione e dedizione.
Buon volo!

APA864 said...

ti sarai anche annoiato a fare il volo, ma io a vedere le foto proprio no!
Quell'aereo così personalizzato è bellissimo e anche le foto sono davvero belle, così come il report. A fronte di tutto ciò le nav lights spente sono un peccato veniale...

 

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