04 settembre 2009

Vigilius World Tour: tappa 43, Sakhalin!

Ed ecco che la mia affanosa ricerca del passaggio a nord-est continua; per arrivare sul continente americano l'unica mia possibilità è andare verso lo stretto di Bering sperando che il mio Mooney ce la faccia. Partenza da Sapporo che, ad una seconda occhiata, mi pare una città veramente popolosa, un'altra megalopoli.
Mi aspettavo un paesaggio più nordico, ma se i miei calcoli sono giusti ci troviamo più o meno sullo stesso parallelo della pianura padana o poco più a nord ed in effetti direi che se mi guardo intorno mi pare di stare in certe zone del nord-Italia.
Dopo una ventina di minuti arrivo ad Asahikawa e la sorvolo.
Da lì in poi il paesaggio cambia divenendo molto più selvaggio e privo di grossi insediamenti umani.
Più a nord, all'estremità del Giappone, arrivo in quel di Wakkanai dove poi mi aspetterà un breve tratto di mare aperto.
Per fortuna l'isola di Sakhalin, che devo raggiungere, è già visibile di fronte a me rendendo il tutto meno noioso.
Raggiungo la terraferma oramai all'imbrunire e l'effetto è notevole grazie anche al tempo pressoché sereno.
Legato a quest'isola vi è uno dei più disastrosi incidenti aerei che si possano ricordare: incidente? Ma! Il 1 settembre 1983 un Boeing 747 della KAL fu abbattuto - per errore? - da un Sukhoi 15 sovietico: più di 250 le vittime. Era il volo KAL 007 (il numero del volo alimentò leggende varie). Si era in piena guerra fredda e Sakhalin era un avamposto militare importante per i sovietici, l'aereo era palesemente fuori rotta... fatto stà che la tragedia ci fu ed è stata spiegata solo in tempi recenti (la pagina linkata da me della Wikipedia lo spiega abbastanza bene). Ricordo molto bene il fatto perché fece molto scalpore. Di quanto avvenne se ne occuparono un po' tutti, anche molti musicisti tra cui Gary Moore che ne fece un pezzo rock veramente pauroso dove nel testo si narra la vicenda: Murdered in the sky (alla batteria nella versione live da me linkata c'è alla batteria il grandissimo Ian Paice dei Deep Purple).
Tornando al volo ecco che raggiungo la meta del mio viaggio: Yuzhno-Sakhalinsk. Sullo sfondo la città e sulla mia destra lo scalo.

Tra l'altro scopro che in questa città la temperatura media annua è di appena 2 gradi: un paradiso per me! Effettuo la prima virata verso l'atterraggio. Qui invece sono in cortisssssssssssssssssssimo finale! Ora sarà meglio che mi studi bene le cartine per riuscire a capire dove andare.

4 Comments:

Fabio_Pa said...

Foto, come sempre, magnifiche e racconto avvincente. Ti seguo dalla cara vecchia Europa...
Buon fine settimana.
Fabio

Vigilius said...

Prima o poi tornerò anch'io nella cara vecchia Europa!

wilm said...

Belle le foto dei tramonti!
Mi sa che per "passare" dall'altra parte dovrai prima far tappa nella penisola di Kamchatka(Petropavlovsk-Kamchatskiy)aeroporto UHPP/PKC e poi da lì potrai tentare di raggiungere le isole Aleutine, in particolare Cold Bay ( CDB ) e sarai già in America!!!

Alfredo "i8aaq" said...

bello bello...come sempre!! bravo Augusto!!

 

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