25 luglio 2008

La storia siamo noi!

Oggi niente immagini e non si vola, perchè? Perché voglio esprimere un grosso ringraziamento a Marco "Hummel", Alberto "Asto" e quelli che hanno risposto al mio post precedente per i loro graditissimi commenti . Naturalmente condivido tutto quello da loro detto, ma vorrei fare qualche piccola precisazione in quanto, insegnando io storia e filosofia nelle scuole (liceo classico, scientifico e linguistico), mi sento un po' tirato in ballo dal discorso.
Per prima cosa vorrei dirvi che storia si insegna ancora nelle scuole (almeno nelle mie, ma sono 'paritarie' quindi ho una visione non completa della situazione) e si insegna anche di brutto nonostante le enormi difficoltà che mi trovo ad incontrare ogni anno. Difficoltà di vario tipo: la prima sono i ragazzi. Intendiamo, non sono così 'cattivi' come li dipingono, ma sono lo specchio fedele degli adulti che hanno alle spalle e purtroppo gli adulti non stanno dando il meglio di sé in questo periodo storico. Si vive in un eterno presente dove tutto è 'hic et nunc', 'qui ed ora', il passato? Passato, quindi non interessa esattamente come il futuro. Diciamocelo: per acquisire una sensibilità storica bisogna averne un po' di annetti alle spalle, i ragazzi non ne hanno e quindi hanno maggiori difficoltà a 'sentire' l'importanza dell'esperienza e del tempo che passa. Ben più grave e quando non ce l'hanno gli adulti; esempio? Ogni anno si presenta il problema della gita di quinta: i ragazzi arrivano con le loro proposte che poi devono essere vagliate dal Consiglio di Classe (ricordo che la gita DEVE avere finalità educative e venire dall'esigenza dei docenti, certo se si può andare incontro ai desideri dei rgazzi tanto meglio). Ormai la gita in Italia non è più presa in considerazione: troppo vicino. La puoi proporre, ma non viene nessuno. Ma non viene nessuno anche se proponi mete estere gettonate perché i ragazzi di oggi a 18 anni sono già stati dappertutto. (Apro una parentesi: mia moglie non ha mai visto Roma e vive nel desiderio di vederla ed io di portarla, non abbiamo i soldi. Roma, per i ragazzi, va bene come gita solo per far casino, ma non è una vera gita. Chiudo questa parentesi.) Io non metto più becco in queste cose: vadano dove vogliono che poi un aggancio storico-filosofico io lo troverò sempre. Quest'anno una classe ha proposto Praga e mi può stare bene. Che i ragazzi poi mi facciano vedere l'elenco di tutti i pub e discoteche della città che vogliono andare a vedere ci può stare, ma che i genitori, alla mia proposta: "Per il programma di storia non sarebbe male andare a fare un giro ad Auschwitz che è lì vicino", ripondano: "No, è triste, i ragazzi vogliono divertirsi", questo mi va meno bene. Mi tocca far silenzio, loro pagano, anche se la mia faccia dev'essere stata abbastanza eloquente. Non crediate che sia solo una questione italiana. Due anno fà ci fu lo scambio tra la nostra scuola ed una polacca; i polacchi chiesero espressamente, pretesero, di passare un'intera giornata ,in una settimana, all'Oriocenter. No comment! Questa è l'immagine che diamo noi dell'Italia; alla fine furono più soddisfatti di quello che della gita a Venezia. Di nuovo: NO COMMENT!
Siamo così giunti alla seconda difficoltà; i genitori. Ormai la scuola è diventata un 'parcheggio' dove mettere i figli mentre loro lavorano. Potrei raccontarne di cotte e di crude sull'argomento. Mi limito ad una: mamma si lamenta con il Preside del mio orario di ricevimento: "Non si può mettere la prima ora del sabato! (per la cronaca dalle 8.00 alle 8.50) A quell'ora io dormo ancora!" Altro, no comment! Io non ho un ricordo di mia madre, ormai morta da quasi 25 anni, a letto; anche quando facevo l'Università a qualsiasi ora io mi alzassi per andare a Milano (ero pendolare, altra rarità) lei era già in piedi e la colazione pronta. Altri tempi e altre madri.
Terza difficoltà: la scuola. Ma come? Certo. Conoscete voi un'altra istituzione dove si cambiano le regole del gioco a partita in corso? Nella scuola questo è capitato due volte negli ultimi due anni. E vogliamo parlare dell'Esame di Stato (prima o poi anche i giornali impareranno che l'esame di maturità non c'è più da una decina d'anni)? Che ti fai il mazzo per insegnare qualcosa di decente e poi arriva qualcuno, anche preparato, che limita l'interrogazione di storia al chiederti una datina e 'dove fosse fisicamente il re nei mesi precedenti all'armistizio'? ma dai! Hai voglia di fare come il sottoscritto che in quinta insegna solo il Novecento, con tutte le sue contraddizioni, arrivando sino alla caduta del Muro di Berlino attrraverso il libro di testo, i films, i documentari, ricerche e approfondimenti, le interrogazioni, le verifiche, ecc. Alla fine arrivano i genitori - rieccoli - per cui l'unica cosa che conta è 'IL' voto d'esame, non la cultura. Quindi se hai fatto il tuo lavoro bene, ma il voto è basso, sei un profe 'pirla'. In questo, per fortuna, molti ragazzi sono molto meglio dei loro genitori, loro capiscono perché a scuola ci vivono. Naturalmente ci sono anche i genitori seri, quelli che sanno dir di 'no' e non concedono tutto (ci credereste che io ho sequestrato un I-Phone in classe a settembre? regalo del papino dall'America! Manderei in miniera il padre e poi il figlio!)
Questo è il mio mondo, in piccola parte, il mondo che dopo 20 anni di anzianità mi dà poco meno di 1200 euro al mese (si guadagna meno e si lavora di più nelle 'paritarie'), ma è la mia 'passione' e penso che fare nella vita ciò che appassiona sia in fondo una fortuna.
Quindi abbiate un po' di pietà per chi si smazza in questo mondo facendo cose che vanno controcorrente: in un mondo che impone l'oblio, io insegno a ricordare. Brutta cosa.
Io la storia la insegno giorno per giorno quando metto piede in classe con la mia sola presenza e con l'esempio della coerenza che c'è tra quello che dico e quello che faccio. Non sono perfetto, ma ci provo e continuerò a provarci pur nelle difficoltà di tutti i giorni.
Se poi passiamo a filosofia le cose sono ancora più difficili, una vera e propria sfida. Insegno che esistono valori in un mondo in cui tutti i valori sono crollati, al punto da non credere più che sia possibile ricostruirli: un compito immane. Immane perché la gente ha completamente perso la capacità di pensare in astratto. Ma la chiudo qua.
L'anno scorso all'uscita dei tabelloni (quando ancora c'erano i voti esposti, ora per la privacy è tutto oscurato, tra un po' non si potrà più nemmeno dire 'scuola') un genitore aggredì fisicamente il mio Preside; chiamarono i carabinieri.
Piccolo particolare: il mio Preside è Monsignore!
Questo è il rispetto che il mondo ha oggi per la scuola.

2 Comments:

Marco 'Hummel' Barlesi said...

Grazie Vigilius per questo post.

Io ovviamente parlavo die seperienze personali attraverso la mia frequentazione (ormai passata da diversi anni) e i racconti di cugini piu' piccoli e nipoti.

Mi sono sempre chiesto perche' quando si va in gita a scuola finisce che la classe va a farsi una settimana bianca e non si va a visitare una citta' d'arte o qualche localita' di interesse culturale o storico.

Non sarebbe male portare i ragazzi sulla Gotica su cui hanno aperto interessanti percorsi storici, sulle postazioni del carso, il sacrario di El Alamein o addirittura a rievocazioni storiche del calibro di quella che fanno a Waterloo o ad Hasting. Ci sono oltretutto associazioni specializzate tipo la "Battlefields & History" che organizzano visite ai luoghi dei campi di battaglia di ogni epoca.

Complimenti per la tua passione e per quello che cerchi di trasmettere ai ragazzi, anche se uno solo di loro, nella massa, arriva a capire l'importanza della storia e della sua necessita' non sara' certo un lavoro sprecato.

P.S. se capiti a Firenze nelle sue immediate vicinanze c'e' il Figurino Storico di Calenzano ospitato nel piccolo castello che sormonta la citta'.
E' una visita che per un appassionato non dovrebbe mancare.

Vigilius said...

Una delle cose belle dell'Italia è che 'sei a 5 minuti da tutto' e quindi spesso ti perdi moltissime cose interessanti. Sono stato una settimana ad Ibiza e l'unica cosa che ricordo con piacere sono la Cattedrale e il castello, roba vecchia insomma (escludendo naturalmente il piacere di stare con la moglie senza correre di qua e di là come la vita ci impone). L'anno scorso abbiamo portato una classe su una malga partigiana (ed io sono uno molto critico con l'operato dei partigiani) costringendoli ad un'ora di cammino (gente che se potesse andrebbe anche in bagno con il motorino); naturalmente c'è chi non è venuto giustificato, guarda caso, dai genitori. Quello che si può fare si fa, quello che non si può fare... non si può tutto nella vita. Se capito a Firenze ci vado di sicuro, ciao.

 

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