25 giugno 2012

Questa è l'Italia che mi piace!

No, non mi riferisco alla partita di ieri; discreta Italia anche quella, ma con quello che guadagnano ci mancherebbe che non si 'facessero un mazzo tanto' (perdonate il francesismo).

No, oggi voglio celebrare un'altra Italia, quella di quelle persone che non vanno al TG e non fanno notizia, ma che mi rendono orgoglioso di essere italiano. Un lettore del mio blog musicale mi ha postato questa mail di cui riporto qualche stralcio:


"... dopo essere stato oggi a Cavezzo per ed aver consegnato i 90 quintali di aiuti raccolti al Campo della Protezione civile, mi sono relamente reso conto che:

  • anche se il camion, a vedersi, era stracolmo, ma talmente imballato che per chiudere i portelloni abbiamo dovuto lasciare a casa uno dei due carrelli per i bancali;
  • che nonostante io e gli altri del mio gruppo ci siamo fatti un "culo così" per fare quello (col senno di poi, poco) che abbiamo fatto, mi sono reso conto che in pratica non abbiamo fatto un bel niente.
Queste persono hanno veramente perso TUTTO. Le immagini viste in TV o sul web non rendono l'idea nemmeno in milionesima parte della "realtà vera" che si vive sul posto. L'atmosfera è a dir poco surreale: pochissima gente in giro, tende messe alle benemeglio nei posti più disparati, case ed edifici crollati praticamente una sì e una no, il centro del paese praticamente raso al suolo. Si vedono volare gli uccelli ma non si sentono cinguettare, il silenzio quasi assoluto rotto dal rumore delle ruspe che spostano le macerie, gente che si ferma a guardare i Vigili del Fuoco che scavano con le lacrime agli occhi probabilmente pensando "quella era casa mia". I Vigili del Fuoco, i colleghi della Pro.Civ. di Cavezzo e tutti gli altri soccorritori, Carabinieri, Croce Rossa e le decine di persone che si prestano al ruolo di volontari, si stanno facendo 10 "culi così" per gestire l'emergenza, il collega di Cavezzo con cui noi avevamo i contatti è anch'egli uno sfollato. Quando oggi questa persona ci ha fatto fare un giro della Zona Rossa, nel fermarsi a raccontarci un po' quello che era successo, ha detto due cose che veramente lasciano un pò il segno: "...sono 45 giorni che vesto questa uniforme..." (ma non perchè lui sia un zozzone ma perchè non ha più una casa e l'uniforme che ha indosso é l'unica cosa che gli è rimasta, quando il 29 maggio è avvenuta la seconda scossa e lui era già in giro per i soccorsi) e "...questa maglietta che indosso non è la mia...".
Ogni commento mi pare superfluo; tanto di cappello a questo mio lettore: bravo , mi rendi orgoglioso di essere italiano e di conoscerti anche solo via web. 

3 Comments:

wilm said...

Mi associo in pieno al tuo moto di orgoglio per quei nostri connazionali impegnati negli aiuti ai terremotati...ci si consola per tali comportamenti generosi ed altruistici...chi non puo' farlo di persona puo' cercare di contribuire materialmente almeno.
P.S.: mi dispiace che per urgenti e pressanti motivi di lavoro e di famiglia mi son perso,a suo tempo, la tappa di Sitka...una delle mie location preferite..

Vigilius said...

Tanto Sitka è sempre lì che ci aspetta ;-)
Non ho ancora capito che Sitka ho fotografato: quando avrò tempo farò un'indagine.

Vigilius said...

Ho cancellato per erro re il post di Baba che quindi riporto qui sotto.
BABA: "Condivido anche io le parole di questo post...in certe occasioni la gente tira fuori il meglio per fortuna...non si può dire la stessa cosa di certe istituizioni,ma la macchina degli aiuti è stata veramente efficiente."

 

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